martedì 2 dicembre 2003

La mia casa

Ieri parlando con mia sorella è venuto fuori questo, la gelosia per i propri oggetti. Forse perché non ho il senso del possesso delle cose, sono egoista è vero, ma chi viene a casa mia deve sentirli libero di fare quel che vuole. Affido persino il computer, che qui c'è un sacco di cose scritte, email private, foto e sogni, mi fido della discrezione dell'altro. Mi piace che le persone se vogliono un caffè non abbiano timore a farselo, mi piace che si facciano la doccia, che dormano sul divano, che si sentano a casa nel limiti della buona educazione.

Senza criticare come è la mia casa però.
Avevo una mia amica che ogni volta che veniva da me, la pasta era troppo cotta, i muri non avevano la stessa tonalità delle piastrelle, era un continuo criticarmi, fumi troppo, devi mangiare quello, non fare questo, fai così che è meglio.
I consigli si, se ho una forchetta sporca perché la lavastoviglie non ha fatto il suo dovere va bene, ci mancherebbe, ma per il gusto di criticare ciò che tu non puoi avere... mmm... e no...

lunedì 17 novembre 2003

Il treno

Alla fine nulla è cambiato, mi guardo intorno e vedo lo stesso paesaggio. I passi seguono un percorso conosciuto da anni. Un percorso riconosciuto come una strada battuta nel deserto, se si potessero vedere le auree la scia luminosa che colara di me lampeggerebbe come impronte di scarpe sporche di colore fosforescente. 15 anni forse di più. lo stesso posto, le stesse scale, stessa metropolitana. Linea due verde.

Lo stesso pazzo ubriaco che urla e strepita sulla carrozza, ma non dice grandi verità come nei libri e nei film, chiede solo monetine per bere ancora un po' di alcool.

lo stesso odore nauseabondo che ti si appiccica addosso come colla fino a quando il tuo naso non lo percepisce più.

La metro mi porta fino in stazione Centrale. Sempre un grande fascino. E ricordo i miei passi di 15enne. I miei passi in questa stazione. I miei passi prima di passare pomeriggi interi davanti all'ingresso di alberghi di lusso in cui alloggiavano i cantanti... la testa piena di speranze e di sogni idioti, e ogni passo che facevo batteva il tempo di un pensiero persistente ... "Quando sarò grande..." tutto era possibile.

Ora sono grande e percorro le stesse scalinate che mi porteranno a prendere un treno stavolta.

Alla fine la ricompensa di tutto il dolore non è malaccio. La sensazione di essere adulta, di essere arrivata ad intuire un pezzo di verità.

Amo la mia stazione. Amo la gente, mi incanto a guardare il traffico di persone che corrono e vanno di fretta. I colori, lingue diverse, lucine colorate che disegnano lettere che dicono cosa può essere un viaggio. Avventura. Viaggio. Riflessione.

martedì 4 novembre 2003

L'uomo dei fiori

Sto parlando incatenata a quegli occhi sorridenti
seduta ad un tavolo di un bar all'aperto
"Rose?"
Una voce alle mie spalle.
La nostra reazione è la solita, quella che hanno i più, di fastidio e imbarazzo
Rispondiamo "No grazie"
Poi mi giro e vedo il volto di quest'uomo.
Un viso stanco e pieno di rughe, rughe che non capisci se sono state incise sulla pelle dal tempo o dalla vita.
Sento solo che ha sofferto.
Lo sento come una scarica che pervade l'anima e fa male.
Molto male.
Un secondo dopo voglio la sua rosa. La voglio bianca.
F. fa il gesto di prendere i soldi dalla giacca... ma non voglio. Voglio comperargliela io la rosa.
Gli dico che non voglio una rosa che muore subito, la voglio bella... La scelgo, la pago e gli sorrido.
Lui mi sorride e mi accarezza la faccia..
e ora ripenso a quella carezza che mi brucia ancora la pelle....

lunedì 27 ottobre 2003

La famiglia

Il mio grosso grasso matrimonio greco che volendo tradurre potrebbe essere
La mia grassa grossa famiglia italiana

Chiassosa, enorme, talmente enorme da perdimici ogni volta che l'incontro e questo succede ogni Natale oramai, da quando ho facoltà di scegliere, di pensare. E chissà forse lo salterò questo Natale. Li ho sempre evitati. Credo di essere un ramo di mia nonna materna e mio nonno paterno
Timidi, solitari, amorevoli, troppo sensibili, che si sono persi mille volte. Gli altri? GLi altri li guardo come essere scesi da un altro pianeta. Urlano e strepitano, si fanno gli affari degli altri. Troppo presi dalla vita altrui per vivere la propria.

Ma, a differenza dei miei parenti che vivono a Parigi, questi di Milano se c'è un problema lo affrontano tutti insieme, ogni ferita è rimarginata insieme.
A Parigi invece si sente che sono satelliti isolati della stessa famiglia. Pensavo di esser anche io un satellite ed invece sono stata una cometa che seguiva la mia nonna, ma assolutamente diversa non solo per cultura, ma per sentimenti e valori.

In Francia è così tutto... "apparenza", o almeno alcuni fratelli e sorelle di mia madre la pensano così. Tutti a pensare a quanto dimagrire ma assolutamente assenti se qualcuno è in ospedale... e dire che le radici sono siciliane. Chissà da chi hanno preso... chi ha venduto loro il cuore. Perché piangere una madre morta ed essere stati assenti? venderla in un tribunale per non spendere cento mila lire? Ma queste sono vergogne che non vanno dette in pubblico, panni sporchi che si lavano nelle quattro mura, perché ti vergogni così tanto di fare parte di quella famiglia... ma così tanto. E non poter parlare per paura che le cose si ritorcano contro quella piccola vecchietta che ha perso la memoria e il passato, e contro suo marito che è perso senza lei.

Ma lei muore.
Ed allora per me diventano solo sorelle e fratelli di mia madre. Qualcosa che non fa più parte della mia vita. E il rancore non si acquieta. Pensavo di tornare da Parigi e trovare le braccia calorose di questa di famiglia, che altri meriti non ha se non stare vicino a chi soffre. Ma mia madre non fa parte della famiglia in fondo. ed io...""non è possibile che soffra così tanto" perché si crea una sorta di gelosia e di orgoglio ferito, perché io a loro non ho mai così voluto bene ed allora ci hanno lasciato sole. A me e alla mia mamma.

E' brutto non saper perdonare. Ma non ce la faccio. Non perdono l'errore consapevole, ci son cose sempre più grandi in cui vecchi rancori e invidie vanno per forza messi da parte.
Ho un brutto carattere? oh si, brutto carattere di chi si ostina a guardare la gente negli occhi e sentirsi pulita. Mi sento pulita. Pulita e con il privilegio di poter guardare tutti negli occhi. Perché se non ce la faccio, lo dico. Se ho fatto del male sono stata sempre consapevole delle conseguenze.
Senza nascondere il male che è in me.
Senza nascondere il bene che è in me.

Ed allora siamo noi. Io mamma e papà. La famiglia.
La mia famiglia.
Ed i miei satelliti sono i miei amici.
Sorelle e fratelli che mai ho avuto ma che ho scelto e che mi hanno scelto.

mercoledì 22 ottobre 2003

Vendute

Sto leggendo Vendute.
Nel luglio 1980, all'età di 15 anni, Zana partì per una vacanza nello Yemen con un amico di suo padre. La vacanza sarebbe dovuta durare sei settimane; lei partì da sola, con questi due sconosciuti per un paese straniero.
Hockail, il villaggio nella Maqbana dove abitava l'uomo, sarebbe stata la prigione di Zana.
Le condizioni di vita erano spaventose: un logoro materasso di appena sei cm di spessore su cui dormire, una stanza buia e umida con un secchio che fungeva da bagno, una buca nel terreno come scarico. Pavimenti nudi sporchi di fango, mura segnate da escrementi animali e un caldo insopportabile che rendeva questi odori pungenti ancora più insopportabili.... .
Ma dopotutto era solo per poche settimane,era solo una vacanza.
Poi, tre giorni dopo il loro arrivo, Abdul le presentò suo figlio minore, Abdullah, un ragazzo malaticcio di 14 anni e le disse:"Questo è tuo marito!"
"Che vuol dire 'questo è mio marito'?"
"Questo è tuo marito, sei sposata."
Suo padre aveva organizzato tutto in Gran Bretagna e Abdul aveva pagato Muhtana perché lei sposasse suo figlio. 2500$.Suo padre l'aveva venduta per 2500$

Rispettare gli usi e i costumi di chi? ma... ma siamo impazziti!
Allora se è uso impiccare o torturare uomini e donne allora è giusto rispettarli?
Ma col Cazzo!
insomma... le guerre, le guerre... beh si! Le guerre.
Se non hai altri mezzi per far finire un massacro, l'ingiustizia si le guerre.
Allora dato che i nazisti avevo l'uso di mettere ebrei, omosessuali e zingari in campi di concentramento allora dovevamo rispettare questo costume?
Oh, siamo completamente Pazzi.
E' pura fortuna che io sia nata in Italia e non in uno di quei paesi sottosviluppati di intelligenza e diritto. Abbiamo combinato un sacco di guai col femminismo ma non fa niente. Siamo libere. Libere di scegliere. Loro no. Come si chiama quell'operazione che fanno alle donne in alcuni paesi? quella per togliere loro il piacere? che già raggiungere il piacere è un'impresa... ma che siamo animali? bestie da riproduzione? e gli uomini che si sentono così piccoli e deboli da dover essere brutali per sentirsi superiori? Oh bel paradiso per alcuni maschi che possono violentare ogni santo giorno le donne con il benestare delle autorità, venderle come carne da macello, senza sentimenti, senza niente.
Mi vergogno di far parte dell'umanità. Che dovrebbe voler dire anche, sentimento di fratellanza e solidarietà fra gli uomini; capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri.
Quale umanità? quale? se voltiamo sempre la testa, voltiamo la testa comunque per nostra convenienza. Forse l'ho

già raccontato ma lo rifaccio.
una sera d'estate ero nel parchetto in corso ticinese con un amico, all'improvviso arriva una ragazza correndo e piangendo e si siede nella panchina di fronte, sconsolata, aveva tolto le scarpe ed era sporca di terra anche se aveva un vestito da sera. Io, l'unica che mi sono avvicinata. L'unica. In una sera d' estate a Milano. In una via talmente piena di gente che è impossibile camminare. Io. Nemmeno quello che si definisce uomo accanto a me si è alzato dalla sua bella panchina. Io alta 1.55. L'ho abbracciata e lei che si vergognava, che diceva grazie ma di allontanarmi che il suo uomo stava arrivando e poteva picchiarmi. Che non sapeva dove andare. E piangeva. Non mi sono mossa. E' arrivato un uomo alto 1.90 grosso, che mi ha detto di togliermi dai coglioni. L'ho sfidato (il mio accompagnatore lì fermo sulla sua panchina) ma lei si è alzata ed è andata via con lui. Avevo paura. Forse non coraggio ma incoscienza, ma era giusto. Capite. Giusto che qualcuno le andasse vicino.
Mi chiedo se non fosse andata via, io le avrei prese da lui e dai suoi amici. E la gente avrebbe guardato?
Sono indignata.
Non è che non vogliamo lottare perché crediamo nella pace. Ma solo perché siamo dei vigliacchi, vigliacchi che vivono nella loro bella casetta con quattro belle cose che la pubblicità dice che dobbiamo avere, e ci disinteressiamo del MONDO. Io compresa.
Mi vergogno.
Sono rossa di rabbia.
Se non abbiamo ideali, se ogni cosa ci è indiferrente, come mai possiamo essere migliori?

sabato 11 ottobre 2003

Associazioni empatiche

Sicuramente noi siamo bianchi e neri, io preferisco dire colorati. Insiemi di sensazioni semplici, completamente opposte, che sommandosi ci rendono esseri complessi e contraddittori, proprio perchè fatti di stati d'animo e sentimenti opposti, amari e cattivi come fiele o buoni come il miele.
E questo ci rendo noi, unici.
Discorso diverso per le associazioni spirituali, fisiche, mentali con altri esseri umani.
Si dice che gli opposti si attraggono. Non credo.
I simili si accostano e si avvicinano perchè si annusano nell'aria. Forse nati da eccezioni che sono diventate regole.. non so. Forse siamo dissimili nel gestire il quotidiano, ma simili per valori, per esperienze, per "sentire"... e quindi ci avviciniamo gli uni agli altri.
E lo si può vedere nei banchi di scuola, negli uffici, per la strada... e qui nei blog.
Ci si annusa e ci si riconosce anche qui, tra le parole scritte in digitale.

domenica 5 ottobre 2003

Tram

Il rumore del vecchio tram che passa per la Milano vecchia, la moltitudine di colori e accostamenti pazzeschi di gente diversa.
Manager e disperati che viaggiano insieme. Studenti e segretarie. Gente diversa.
Così diversa da risultare omogenea in questo vecchio tram
Era tanto che non prendevo un tram

Milano è bella. Milano è frenetica.
Mi infastidiscono gli aliti addosso, gli zaini contro la schiena, la puzza, le urla, ma mi fermo un attimo ad osservare lasciando da parte il nervosismo di questa mattina diversa

Guardo l'uomo con la valigetta e mi chiedo se ci tiene dentro il pranzo come fa il mio collega
Guardo vecchiette sorreggersi e spettegolare, parlare di medicine spettacolari e dottori bravissimi e avrei voglia di abbracciarle
Guardo l'uomo sudicio che ho a fianco e penso che ne sarà di lui,
ma il suo odore è insopportabile
sento di detestarlo per lo sporco che mi fa respirare.
Mi soffermo sugli studenti.

15 anni belli? Ho un ricordo che mi inquieta della scuola.
Amavo studiare ma non tornerei in quegli anni di sospensione tra l'infanzia e l'essere grandi. Brufoli e mele acerbe.
Ho amato i 25 anni.
Pensare che non ho mai avuto un amore scolastico, come ora non ho mai avuto un amore d'ufficio.
Forse devo sempre mettere la mia vita in scomparti separati, mai mischiarli. Il disordine che lascio ovunque alla fine ho sempre bisogno di metterlo in ordine.
Come nello scrivere che metto in ordine i pensieri.

Ma la fermata è arrivata.
La mia vita è un'altra ora.

mercoledì 24 settembre 2003

Sposerò John Nigel Taylor

Il bagliore dei lampioni di mezza sera.

Aria umida di pioggia.

Il flashback mi porta al 1985. Io ragazzina. Io sempre innamorata di qualcuno. Io sempre da amori impossibili e non corrisposti. Avevano però un gusto strano. D’autocompiacimento nella sottile sofferenza delle cotte dei 15 anni.

Ero sempre in giro per le strade di questo paese e di Milano. Paninari, metallari, dark... le vie piene di gruppi e di colori diversi. Un pochino West Side Story.

E al mio fianco Fabrizia.

Fabrizia senza tette, Fabrizia dalle camicie con i colli enormi.
Fabrizia che arrivava a casa mia e si mangiavano toast e vino di nascosto dai genitoriFabrizia e la nostra prima sigaretta
Sempre in giro. Con il bellissimo della scuola in testa e i duran duran nelle orecchie.

Grandi sogni, grandi perché, risate e pianti. Fabrizia con i genitori liberali, io con i miei un po' severi.Ora lei vive di notte, organizza serate in giro per le discoteche e ha sempre avuto relazioni stabili
Io vivo di giorno e ho sempre avuto storie in bilico
Lei era la peste ed io l'angioletto. Io la seria, lei la sbandata.
Negli anni, nei vari incontri che abbiamo avuto, l'armonia di quegli anni di crescita si rafforzava fino a divenire un rapporto in cui le parole erano superflue

Fino all'ultimo incontro. Le cose improvvisamente ribaltate. Lei seria con progetti per il futuro di case e famiglia e lavoro
io completamente immersa nel presente, senza strade né mete, né storie serie
Lei che mi faceva le prediche
io che sbuffavo

... e non ci siamo più riconosciute.

Abituate ai nostri ruoli e ai nostri ricordi, vivevamo l'ultimo incontro come estranee.
siamo scambiate gli spiriti come si cambia pelle.
Il sincronismo perso insieme alla nostra prima sigaretta.

martedì 23 settembre 2003

lunedì 22 settembre 2003

domenica 21 settembre 2003

L'amore imperfetto

Esiste l'amore perfetto?

O per definizione l'amore è imperfetto.
Tradurlo in cassetti e catalogarlo non equivale a renderlo piccolo e insignificante?

Perché noi, io, abbiamo bisogno di catalogare le cose.
L'imperfezione rende unici.

Ma quando trovi ciò che ci è affine, che ti consola e ti adula, ciò che ti rende completo, trovi la perfezione.
La perfezione è essere insieme, condividere.
Stare soli solo per poter condividere maggiormente.
Forse dovrei mettere ad ogni frase scritta un punto di domanda.
Non c'è ragione per ogni cosa più bella che esiste a questo mondo.
C'è spiegazione per l'odio. Ma non per l'amore.

E' che forse il mio cuore non sta in equilibrio
O forse sono io che ci sto in equilibrio

sabato 13 settembre 2003

Radio dj, Pinocchio.

Argomento blog, diari.
La Pina: forse si scrive per rendere vero qualcosa che è solo interiore, quindi invisibile. Per fissarlo. Perchè se non viene visto e riconosciuto da nessuno, a volte si ha la sensazione che non sia mai esistito. Il diario, come se fosse la testimonianza delle nostre emozioni più intime.
C'è una cosa che vorrei sapere, ma i CALZINI DI COTONE da ginnastica
Perchè spariscono tutti? dove vanno? c'è un club dei calzini? un giorno scopriranno un cimitero con i miliardi di calzini Miei

venerdì 12 settembre 2003

11 settembre

dove ero due anni fa? in ufficio ovvio, la notizia l'abbiamo saputa verso le quattro o le cinque e abbiamo acceso la televisione, sembrava un film. Mia madre doveva partire per Parigi il giorno dopo.
No... non era possibile. Le immagini erano davvero disturbate, in due o tre hanno detto
"ora mi crolleranno le azioni"
Ed io ho saputo che persone orribili avevo intorno.
Ero sconcertata, impaurita, si guardava il cielo credendo che anche a Milano sarebbero arrivati aerei dirottati, sembrava non finire mai. Le persone si buttavano giù piuttosto di bruciare. Io mi ricordo la paura. Il fastidio dello squillo del telefono, i soliti clienti reclamavano il lavoro, e il ritorno a casa, in macchina da sola... in lacrime. Sconvolta.

mercoledì 10 settembre 2003

Alcune differenze

L’amicizia tra un uomo e una donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente.
(J.L. Borges)

L’amicizia tra uomo e donna è complicata, incasinata, dolce, gustosa… diversa.
non è uguale all’amicizia tra donna/donna o uomo/uomo, quella è più semplice, ci si capisce, si è simili, ci si comprende…
Invece tra maschio e femmina ci si confonde, abbiamo cuore e cervello che ragionano in maniera diversa.

In amore fa parte del gioco, è stimolante… nell’affetto è un gran casino. Io non li capisco i miei amici e credo che loro non capiscano i miei ragionamenti contorti, ma c’è affetto, un enorme affetto, ci sono più effusioni che sono dolci perché non hanno la carica della seduzione erotica, anche se sono seducenti.

Sostengono che spavento.
Pauuuurrrraaa (come lo dice Simona Ventura) SON LA STREGA DOPOTTUTTO

Perché sembro forte, perché sembra che pretendo troppo.

Forse pretendo perché credo in chi ho davanti, mi aspetto il suo meglio accettando il suo peggio… forse non pretendo nulla o forse tutto, non lo so. Mi dicono che sono fortunata ad avere amici così… io non credo. Io me li sono scelti e loro hanno scelto me. Selezione naturale.

Credo che si spaventino solamente perché non mi capiscono e non mi capiscono semplicemente perché si perdono nei labirinti dei miei ragionamenti irrazionali. Sono molto preoccupata per il mio futuro sentimentale, se i miei amici s’intimoriscono davanti alla mia presunta forza, o forse è solo coraggio pur avendo paura, troverò mai un uomo che non abbia paura?
La strega direbbe: Ma come volevano dominare il mondo, hanno comandato il mondo per decenni ed ora sono spaventati di fronte ad un’isterica donna grassottella, ipersensibile, isterica che strepita come una matta e un minuto dopo ti da un bacio e sorride?

Io non li capisco. Non capisco la loro razionalità, il loro scappare di fronte alle responsabilità, all’impegno, ma io credo che bisogna mettersi in gioco e rischiare per costruire qualcosa d’importante, in qualsiasi situazione.
E’ divertente se ci ripenso, sembrano scenette di sit-com
Io che analizzo tutto e loro che sbadigliano annoiati.
Io parlo di poesia e loro sono materiali come trogloditi.
Io che mi arrabbio e loro manco ci arrivano alla ragione del mio infervorarmi.

Sono adorabili con i loro difetti e pregi… il bello è che non lo sanno ma sanno darmi

giovedì 21 agosto 2003

Amori invisibili

Non ti conosco, ma ti amo.

Non sai come dormo, come sbadiglio, come sono quando sorrido ma mi ami? Sono la donna che hai sempre sognato? Davvero?

La saggia: si, è come un adolescente deve costruire la donna e non conoscerla davvero
Sono troppo codardi e pieni di se per mettersi in gioco quindi si trovano questi pseudo-innamoramenti

Ma comperati una bambola gonfiabile e la investi di tutti i tuoi desideri, non fai prima così?

Qualcuno è tornato in silenzio.
In silenzio ha chiuso la porta...
non ha portato regali né cartoline né foto da regalare.
Qualcuno è tornato vivo, qualcuno moribondo.
Spero in ritorni ridondanti di saluti e baci.
Di voglia di fare girotondi... di abbracci.
Sono stata tanto tempo via.
Ho fatto un viaggio massacrante.
Ora sono qui e aspetto.
Con una pazienza che non mi riconosco.
Voglio un'accoglienza calorosa.
Voglio accogliervi col più bel sorriso che ho.

mercoledì 13 agosto 2003

Ci si perde per strada

e tu vorresti capire dove e quando... quando è stato il punto esatto del tempo in cui ti sei distratta e hai perso persone a cui tenevi, persone con cui hai condiviso cose e momenti... ed allora torni sul luogo del delitto, per studiare le traccie o per poter ritrovare il filo perso.

sabato 19 luglio 2003

Tempi moderni

Siamo in un tempo in cui la maggior parte di noi non è felice, perché?
Mah, Come dice Fen, nessuno lo sa.
Un tempo in cui (e cavolo se è vero) non ci sono ideali da seguire... né valori.

Il valore massimo è la trasgressione, la superficialità, i soldi e l’apparenza.

Al massimo ci appropriamo di lotte altrui, perché qui, nell'occidente, non riusciamo a far niente per noi stessi... e ce ne sarebbero di lotte da fare.

DAI CHE BELLO, ANDIAMO A FARE LA RIVOLUZIONE

Ma per carità, basta che i piani per le vacanze rimangano invariati.

Lottiamo per gli altri.
Per principio è giusto, ma il modo in cui lo si fa, mi lascia sempre perplessa.

Lottiamo per popoli che non capiamo e la stessa gente per cui mettiamo bandiere alla finestra, la evitiamo se la vediamo su un autobus e chiudiamo velocemente i finestrini ai semafori delle città se ci vogliono pulire il vetro.

Che ipocrisia. I casi estremi, in cui si è così egoisti, che ci si toglie la vita davanti ad una gru o si fa da bersagli umani, invece di lottare attivamente.
Ma la voglia di morire non si sublima così, con la maschera degli ideali.
Capirai che favore hanno fatto ai palestinesi morendo davanti ad una gru.
Lottare per la pace, vuol dire sedare e non inveire.

Non mi chiedete “che fai tu?” perché io son ben cosciente di non fare un bel niente.

sabato 5 luglio 2003

Casca il mondo

Chiudo gli occhi.
Il sole trapassa le palpebre e vedo ogni cosa rossa e poi gialla.
Ogni immagine che passa davanti agli occhi chiusi, ha il colore del sole.

Voci di bambini. Apro gli occhi. Saranno 30. 30 paia di ciabatte in fila. 30 bambini al massimo di sei anni. E poi urla. Risa. Fischietti. Acqua. Credo un paio di classi di un asilo.

Mia madre: ti ricordi di Severina e Michela?

Sì me le ricordo.
Ricordo che odiavo i materassini delle tre e il pisolino pomeridiano.
Ricordo che amavo i giochi con i pastelli.
Ricordo che non legavo con gli altri bambini.
Sempre isolata a disegnare… e mi piaceva sporcarmi le mani con la terra del giardino

Non ricordo gli altri bambini
Odiavo l’asilo
Ma amavo quelle due maestre…
“Giro girotondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra”

martedì 1 luglio 2003

oh no, non ci voglio credere, non posso crederlo:
se sei innamorata sei giustificata a farti metter piedi in testa, ad essere umiliata, a non pensare...
Umiliando te stessa, umili l'amore.
Annullando ogni lato del tuo carattere che ti rende proprio te stessa o te stesso, annulli te, annulli l'amore.
No, amiche mie. Non è così.
E' che voi amate proprio poco voi stesse, Meno di me. Molto meno di quanto io mi amo.

Non voglio crederci

I soli ricordi che ho del passato sono quel che sono ora.
Il passato è qui. In ogni cellula di come sono diventata.
Campi di grano e fiori
Cicoria... si raccoglieva la cicoria
Giochi con l'elastico e quella palla che facevo rimbalzare all'infinito sul muro
Scuola e primo giorno di ufficio
Ultimo bacio.. Ultimi istanti prima di addormentarsi

Come ero? basta che mi guardo le mani... Non so perchè, ma nelle mie mani risiede il tempo dei ricordi e del futuro.

domenica 22 giugno 2003

La mortificazione dell'amore

Sai cosa ho imparato, forse l'unica cosa, è fare tesoro degli insegnamenti di chi hai perso.
Che quel segno che aspetti, non è da lui, ma da te...
che amare e soffrire così tanto è davvero la mortificazione dell'amore e non il grandioso regalo che ci ha fatto dio o chi ne fa le veci.
Rispetta te, rispetta l'amore...
non dubitare mai che esiste.
L'amore esiste...
L'amore dà felicità...
l'amore nel suo più alto senso vive e si autoalimenta della gioia e non delle lacrime
Le lacrime, in amore, dovrebbe asciugarle solo chi le ha procurate
se non lo fa...
forse non è amore

martedì 17 giugno 2003

l'altra sera io e la mia collega a prendere un aperitivo, lei aveva comperato quei cosi che se pigi suonano... pigia e urla: CRI LA CANZONE DELLE MENTOS!!

La colonna di LoveStory!!!! e lei la chiama la canzone delle mentos.

lunedì 16 giugno 2003

E vivo nel dolce forno.
Prima o poi qualche bambina mi tirerà fuori cotta a puntino

mercoledì 11 giugno 2003

La chiesa

Entro in chiesa, Non sento niente. Nulla.
Anche se lo respiro l'odore di sacro. Lo capisco che è sacro.Si respirano i valori e le speranze che altre persone hanno affidato in questo luogo.
Mia madre accende un paio di candele. Io No.
Non mi faccio nemmeno il segno della croce, come una sfida... dopotutto sono l'angelo ribelle o no?
Sfido Dio in ogni mia parola, in ogni mio gesto...

Una volta ho incontrato un uomo, un po' matto, si credeva un angelo davvero... ma forse vive più felice lui di noi, in ogni modo mi disse:
c'è più dio in te che in me. C'è dio in ogni parte di te, perché brilli... ed anche se tu non credi in lui, lui crede in te tantissimo se ti dà queste doti particolari.
Leggere nelle persone non credo sia una dote, forse è una maledizione. Anche se a volte il mio affetto non mi fa vedere le maschere e le sagome quando ne incontro... Ma sto divagando, vero amico mio? ;)

C'è il catechismo. Ascolto in silenzio mentre mia madre prega.
Il prete è giovane, con un paio di bermuda e una maglietta bianca... pecca di gola. Parla ai bambini e li conosce, li chiama per nome senza esitazioni. Ha un sorriso contagioso.
I ragazzini non riescono a stare zitti né fermi. E lui sorride sotto i baffi quando li rimprovera perché si vede che si diverte come un matto.
Credo che la religione come valore (non la chiesa) fa bene a questi bambini, insegna loro il bene profondo e possono illudersi. Il bene vince sempre? Avranno tempo per scoprire che non è così.

Quando ho perso Dio? Quando la mia innocenza?
Quando ho visto Brigida morire di leucemia in un letto d’ospedale, con i suoi 12 anni e la sua voglia di vivere che non ho più visto negli occhi di nessun altro.
Lì ho perso Dio. Quando ho pregato e non c'è stata risposta.
L'unica risposta che mi ha dato il prete è stata: Dio ha reso gli essere umani imperfetti per durare di più.
Lo so, ho trovato un prete idiota, ma nemmeno questa è la volontà di dio o i suoi disegni sono misteriosi avrebbe placato la mia rabbia.
Era semplicemente ingiusto.

Ho abbandonato dio. Non trovo nella religione le risposte che cercavo. Ma se guardo in questi occhi allora ritrovo il senso della mia vita. Del dono che ho avuto io e che a lei è stato negato.

giovedì 5 giugno 2003

vinavil

Mettersi il Vinavil sulle mani per poi togliere le pellicine
Gioco stupendo che ha attraverso con immutato fascino tutte le generazioni degli ultimi 30 anni. Sicuramente si nutre di qualche recondita pulsione psicologica infantile perché spargersi parti del corpo di colla e aspettare che secchi per poi rimuoverla con goduria è una cosa che - detta a parole - sembra pura idiozia. Eppure ne abbiamo consumati di barattolini bianchi (e qualcuno mi confessa di farlo ancora oggi )

sabato 17 maggio 2003

Quando mi piace una canzone, adoro stare ad aspettarla alla radio, come se fosse una sorpresa e un regalo. Comperandola mi sembrerebbe di privarmi della magia.

lunedì 12 maggio 2003

L'amore virtuale comporta meno problemi o no?

Ci si inventa la faccia dell'altro, l'altro nella sua totalità. Allora ci si può rinchiudere dentro casa senza mettersi in gioco... posso capirlo ma proprio non riesco a leggere queste cose senza ridere come una matta.
Descrivimi come sei vestita, descrivimi dove sei... ma incontratevi e fate prima.
C'è qualcosa che nella testa parte del tutto.

Prima di parlare di sentimenti bisogna conoscersi a fondo.
I ti voglio bene gratuiti ed ad altre delizie non riesco proprio a crederci.
Sono dura? Acida? forse.
E' che la realtà non piace a nessuno.
Ed allora inventiamoci... è meglio.

Questa preoccupazione che molti hanno di dire
"oh ma io non sto sempre davanti dal computer, io ho una vita",
se continui a ripeterlo, se ti giustifichi forse una vita vera non ce l'hai.

mah.

giovedì 8 maggio 2003

Ho visto una moto, un uomo, una donna e un bambino nel mezzo...
ho sentito l'odore di estate di quando con mio padre e mia madre si prendeva la lambretta e si usciva,
avrò avuto 3 anni.

mercoledì 30 aprile 2003

lunedì 21 aprile 2003

Ciao, sono Apollo, il dio dell'amore.

Posso farti una domanda un po' particolare...

Però mi devi promettere che - se rispondi - ti impegni ad essere sincera!

solo se è una domanda intelligente
La domanda ha un paio di finalità...intelligenti, ma ovviamente sei libera di non rispondere!

Grazie comunque

1) Potresti dirmi che importanza dai da 1 a 10 alle dimensioni del pene?

2) All'interno di quale intervallo ci sono le tue dimensioni "ideali" (in cm)?

3) Hai mai conosciuto ragazzi superdotati?

4) Se sì, hai apprezzato la differenza?

5) Se no, saresti curiosa di conoscerne?

Grazie

domenica 20 aprile 2003

La mia capacità di perdonare è inversamente proporzionale all'affetto che ho nutrito per chi mi ha ferito.

martedì 1 aprile 2003

Scudi umani? o suicidi di massa? non so... non credo che esista morte onorevole.
Non li salvano ma muoiono anche loro.
Bisognerebbe lottare non morire.
mi sembrano un po' come i kamikaze, la pazzia dilaga.
Non è con la morte che si impone o si onora i propri ideali ma con la vita, con la lotta creatrice e non distruttiva.
Ho come la sensazione che qualcosa nel cervello delle persone non va...
il mio sguardo è perplesso.

mercoledì 19 marzo 2003

"Ma perchè le donne devono mandar giù bocconi amari? perchè si devono adattare? perchè tutto questo per avere un uomo? "
"Non chiederlo a me, io ho mollato il colpo ;)"

mercoledì 12 febbraio 2003

Il rito del bagno

Il bagno. Si vede che non abito più qui, ogni tappo è al suo posto, ogni barattolo è schiuso e non come quando c'ero io che lasciavo tutto aperto, ante, porte e dentrifici, shampoo, balsamo, bagnoschiuma, creme... tutto. Ma i gesti sono sempre quelli, come un rito.
Aprire l'acqua caldissima, miscelarla un po'... entrare dentro e urlare per il calore e aprire tutto il getto dell'acqua fredda.
Immergersi nell'acqua e lasciarla scorrere per un po'... la testa va giù e i rumori sono ovattati. Shampoo. Giù la testa. Balsamo. Spazzolino e dentrificio mentre il balsamo fa effetto... tirare via il tappo e lasciare un piede nel buco e lasciare che l'acqua coli piano. E poi con la doccia lavare tutta la schiuma.

domenica 12 gennaio 2003

Il branco














Tornando a casa.
Il solito tratto di strada. la strada deserta.

Pensavo che la serata è stata piacevole, il locale era bello. divani, libri, musica e pensavo se avevo mai detto all’informatico di successo quanto è bello il mio parco quando lo illuminano.

Una macchina si accosta. Sento delle voci.
La solita ingenua apro il finestrino.
A metà perché sono anche diffidente.
Vorranno delle informazioni penso

Le voci. Sono in quattro. Dai 25 ai 30 anni. Italiani.
Le voci:
dove vai bella? Dove abiti? Me lo succhi bella?

Accelero. accelerano.
Deficiente che non sono altro, vedo il semaforo rosso e rallento. Rallentano anche loro.
Le voci
voglio scoparti bella. vieni a vedere quanto ce l’ho grosso

Sento paura e rabbia. cerco una strada. una via di uscita. non ce n’è
Bip Bip
Un messaggio
Prendo il cellulare in mano

Le voci:
Ma a chi chiami scema?
Però accelerano e se ne vanno.
Mi sento indifesa. Mi sento violata.

E se non se ne fossero andati?
E se.
Ho avuto paura. Provo rabbia. Se avessi avuto una pistola avrei sparato solo per l’odore del pericolo che ho sentito.

Violenza.

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...