Qual è la mia Casa. quella di là?
Mia fin da quei fiori di paglia. Alla scelta dei colori, in quella casa in cui scappavo quando c’erano ancora le macerie e me ne stavo lì a dipingere mobili?
La costruzione di un Casa. La costruzione di una vita, di un amore, di un pensiero.
In quella casa in cui ancora mancano delle cose, in cui un anno fa la mia voce rimbombava, in cui mio padre cercava di convincermi su colori che non erano i miei. I miei colori, il rosso e il bianco. Il rosso cupo del sangue e della carne e il bianco candido dell’anima.
Ma stasera ho scelto questa di Casa.
Son rimasta qui. Nella mia stanza, trasformata, questa stanza che ho fatto divenir gialla e mio padre con molta fantasia chiama studio.
Ma ci sono io qui, ogni parte, in ogni angolo ancora io.
La bambina e adolescente, ci sono in quella cassapanca dipinta, nel quadro alle mie spalle fatto e rifatto per mesi e mai riuscito come volevo io, io nel murales dietro la porta.
I miei soggetti preferiti: l’universo e il mare.
Mio padre non l’ha cancellato il murales, ha imbiancato intorno, convinto che io prima o poi lo finirò. Forse un giorno, quando completerò me stessa. Per ora no. Sono ancora un essere incompiuto.
La luce si abbassa all’improvviso, come sempre, come da anni