lunedì 31 maggio 2010

1 puntata

Amo startrek. La fantascienza. La speranza di un futuro migliore. Di illuminati e accorati.
Amo certe discussioni notturne, senza suoni, ma capendosi profondamente anche senza girarci troppo intorno.
Amo il sole sulla pelle, sentirlo improvvisamente e capire di essere piccola, aprire gli occhi e perdermi nel cielo e di ricordare, ogni sera scendendo dalla macchina, di alzare lo sguardo e vedere se ci sono stelle.
Amo la pina e pinocchio, perchè mi fanno ridere da sola.
Amo la pizza, il sabato, davanti alla televisione con il vassoio della foppa pedretti
Amo quando qualcuno mi ricorda che ci tiene a me e amo il mio collega per farmi sorridere persino quando il mio cruccio è più del solito
Amo quando non devo chiedere
Amo le mie sigarette
Amo ancora i papaveri rossi e i campi che non somigliano a giardinetti.
Amo che nascono fiori spontanei tra le fessure del mio balcone
Amo infervorarmi, indignarmi per le cose del mondo, perchè mi fa sentire viva
Amo chi sfida il mio intelletto.
Amo chi non si è mai arreso con me
Amo il rosso
Amo i fatti più delle parole
Amo chi ha ancora sogni e speranze, amo chi riesce ad essere bambino, amo l'illusione incantata e pure quella disincantata
Amo il caffè di mia madre
Amo quando mi perdo in un libro
Amo sentirmi superiore alla conformità di così fan tutti
Amo ancora i cartoni animati.

Di più non so fare, F.
almeno per ora.

mah

Osservo troppo le persone attorno. Guardo fin troppo oltre facendo giri psicologici sugli altri.
Cioè:
cosa pensano, come si muovono, che tono usano... è innata.
Dicono si chiami empatia della quale da tempo ho cercato di liberarmi.
Non va bene né assorbire gli altri. Né capire troppo gli altri, specie se non sai se ti sbagli o no, anche se la sensazione è forte, per quante conferme puoi avere.

sabato 29 maggio 2010

I pad

Dobbiamo parlarne? Certo che sì.
Di Berlusconi che cita il duce, della nuova legge e di tutto il resto, questa settimana non ne voglio parlare. Ho sdegno.
Allora guardiamo questo specchio.
Ipad.
Da 600 a 800 euro.
Siamo in crisi? davvero? perchè se la gente con il posto di lavoro che traballa compra una roba del genere comincio a dubitare.
Fila nei negozi, dice il giornale. Il mio collega ha trovato una sola persona davanti a lui. E siamo a Milano.
A cosa credere?
Ma riprendiamo il discorso. Spendere 800 euro per qualcosa con cui leggere il giornale, email, libri, foto o video. Mi chiedo a quanto venderanno gli App
E' un prodotto di lusso che va a ruba.
(crisi?) (i giornali mentono?)
Accecati dal nulla spendiamo soldi per il nulla?

Ci ripigliamo?


NB: chi se lo può permettere invece di pagare l'affitto, è esonerato da questo post. Ma che poi non si lamenti che non arriva a fine mese.


Nota a margine: uso apple da anni in ufficio, mai pensato di spendere soldi per un computer per casa che nel giro di due o tre anni non si può aggiornare.

Squilibri emozionali

Lo so, lo so
che niente è come sembra
Lo so, lo so
che
Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe
Ma quelle risa leggere, quei pensieri amabili e così quotidianamente sereni che vengono espressi con ugual leggiadria, quei progetti e quel senso di avere le sacrosante risposte della reciprocità fa si che quel verde, che serpeggia sempre più comodamente in me anche se da me vien messo alla porta, si ripresenti alla porta come se fosse un suo dovere fare la sua apparizione. Come se io fossi il treno da prendere. Non riconosco questo intruso con cui non ho mai condiviso nulla se non in alcuni attimi di superficialità.
Sentimento verde. Di un verde vomitevolmente in rgb. Il verde dell'invidia, del voler qualcosa che altri hanno anche se nel vero, magari, non hanno.

Potete vedere pure me così leggera e leggiadra, nel quotidiano, nella maschera di difesa che mi porto appresso e che chi mi conosce riconosce (o anche no).
E' il volto pubblico di cui ho parlato a volte anche qui. Il volto dello scherno e dello scherzo.
Lo so, lo so
che non bisognerebbe. Si rischia di annientarsi e di non capire più qual è il limite tra te e il personaggio.
Ma insomma ho fatto passi avanti. Prima mi schernivo anche quando parlavo di cose intime e molto serie.

La sindrome dell'abbandono, così mi hanno detto. Ma io l'ho ribaltata. Invece di soffocare gli altri, me ne sono resa indipendente.
io non sento. Per quanto amore mi si dia o mi si faccia, io non sento.
Ci vorrebbe un Martino che mi desse una sberla di vita in faccia, ma non uno finto della mia memoria, uno vero. Uno che ha voglia talmente di dare e di vivere che ti contagia.

Alle volte, ci sono periodi, in cui il bisogno di non pensare alle gravose cose mi porta a ricercare quella leggerezza, di succhiarla quasi dagli altri. Come una droga che fa dimenticare.
E gli altri, per magia, arrivano. In quei rari momenti, quella bellezza che non vedo in me, la vendo bene e mi sembra che mi venga rispecchiata.
La mia disponibilità capricciosa, ma non è disinteresse per l'altro, ma semplicemente l'opprimente bisogno di altri e che non da spazio.

Lo so, lo so
è solo una mia sensazione. E' il mio privilegio di avere questa forma di Dovere che mi fa soccombere di pesanti responsabilità.

Allora vi guardo, voi che sembrate Sole e Terra ma con tanti satelliti intorno, vi guardo e vi osservo.
Capisco che perdo.
Ho perso il sogno, ho perso la fiducia, ho perso.
Perchè il senso della vita è solo questo.
Non ha importanza se il desiderio è un paio di scarpe o un amore o un ideale.
Se non lo hai, perdi.
Anche chi il sogno ce l'ha e non fa nulla per realizzarlo, perde.

Non contano le vicende o i fatti per cui sei arrivata a questo punto. Non sono giustificazioni, son solo debolezze di cui bisogna vergognarsi o commiserarsi.
Non c'è scusa che regge per quello che abbiamo e non apprezziamo o per quello che ci neghiamo.

E poi c'è questo sole e questa musica che risveglia i sensi e la vitalità, è che non è più inverno e non è più grigio.
Il giallo, si sa, fa male all'anima e ti acceca. Solo quando non vedi più nulla, non per buio ma per troppa luce, allora vedi davvero.

Paga di questo isolamento, pago questo isolamento.

mercoledì 26 maggio 2010

Dalle supposizioni alle certezze

Lettera di un amico
"... dei miei studenti direi che la caratteristica principale è il disimpengo, purtroppo, sia sul versante della passione per quello che studiano sia sul versante della politica. Al di là del loro piccolo utile personale, e cioè il voto a scuola o un posto ben remunerato nel futuro, vedono ben poco. E questo è terribile. In certe occasioni, anche nei Collegi docenti, perdo ogni speranza quando sento certi colleghi, che, anziché essere propositivi, non fanno altro che seguire l’andazzo corrente. Perché la verità è che a scuola, nonostante io creda profondamente in quello che faccio, so bene di predicare al deserto, perché il messaggio che trasmetto è di segno opposto a quello che la maggioranza sente uscita fuori dalle quattro mura della scuola. E anche sulla scena politica mi pare che non ci sia proprio più nulla da fare e l’emergenza è davvero grande, perché manca, nel nostro paese, l’opposizione in grado di pretendere il rispetto della legalità. Io temo che in Italia prevalga sempre un ottuso senso di furbizia, che vorrebbe premiare non chi è onesto, ma solo chi è più scaltro degli altri. Il modello „Berlusconi“ è vincente perché la gente vede in lui un personaggio degno di essere imitato: fa apparentemente funzionare le cose, è concreto e cura la sua immagine esteriore, catalizza paure ancestrali nei confronti dei comunisti, degli stranieri, di tutto ciò che non fa parte del vissuto quotidiano."


insegnante di italiano e latino


"Ma non mi sembra sociale riunire un mucchio di
gente, per poi non lasciarla parlare, non sembra anche a voi? Un'ora di
lezione davanti alla TV, un'ora di pallacanestro, o di baseball o di podismo,
un'altra ora di storia riassunta o di riproduzione di quadri celebri e poi
ancora sport, ma, capite, non si fanno domande, o almeno quasi nessuno le
fa; loro hanno già le risposte pronte, su misura, e ve le sparano contro in
rapida successione, bang, bang, bang, e intanto noi stiamo sedute là per più
di quattr'ore di lezione con proiezioni. Tutto ciò per me non è sociale. È
tutt'acqua rovesciata a torrenti, risciaquatura, è, mentre loro ci dicono che è
vino quando non lo è. Ci riducono in condizioni così pietose, quando viene
la sera, che non possiamo fare altro che andarcene a letto o rifugiarci in
qualche Parco di divertimenti a canzonare o provocare la gente, a spaccare
i vetri nel Padiglione degli spaccavetri o a scassare automobili, nel Recinto
degli scassamacchine, con la grossa sfera d'acciaio. O non ci resta che
salire in macchina e correre pazzamente per le strade, cercando di vedere
quanto da vicino si possano sfiorare i lampioni e quanto strette si possono
fare le curve, magari sulle due ruote laterali. Può darsi benissimo che io sia
proprio quello che dicono, d'accordo. Non ho amici, io. E questo dovrebbe
provare che sono anormale. Ma tutte le persone che conosco urlano o
ballano intorno come impazzite o addirittura si battono a vicenda, selvaggiamente. Avete notato come la gente si faccia del male, di questi
tempi?
Fahrenheit 451 - Ray Bradbury 

lunedì 24 maggio 2010

Fahrenheit 451. IL TEXAS RISCRIVE LA STORIA.*

L'ho appena iniziato, non so dove mi porteranno le altre pagine ma dall'inizio sembra evidente che tutto ciò che non piace va bruciato e cancellato.
Molti di noi hanno l'ideale americano, vuoi per i film, vuoi per propaganda, vuoi perché hanno vinto. Sappiamo ora che quell'ideale non esiste, abbiamo aperto gli occhi e abbiamo visto la povertà estrema e la sanità, il razzismo ma ciononostante (almeno io) avevo l'illusione della libertà che si respira laggiù.
Insomma lì si combattè per abolire la schivitù, lì si fecero le lotte per i diritti civili, lì è la potenza del bastardo. Di ciò che crea il mescolare tante razze (purtroppo per i nativi, ma questo è un altro discorso) e si dice che lì l'informazione è libera. Lì qualcuno fece Un sogno che si realizzò.
Ora hanno un presidente dai mille colori bianco, rosso, nero.
Eppure Lì bruciano i libri. Annientano la scienza [L'anno scorso il provveditorato del Texas modificò i libri di scienze mettendo in discussione il darwinismo, le teorie sulla formazione delle cellule e il Big Bang, aprendo quindi la porta alla spiegazione cristiana dell'origine dell'universo: la creazione.*] e cancellano un presidente e la guerra di Guerra di secessione.
Cancellano le vittorie dell'umanità.
Come se l'Italia, invece di voler cancellare quel pezzo di storia vergognosa della seconda guerra mondiale, cancellasse chi si ribellò al regime fascista.
Poi le leggi contro i clandestini (ma non esistevano già? bisogna per forza inasprirle sempre e solo contro i più deboli?).
Io sono intollerante. Ma con chi conosco, con chi mi rompe le balle, con queste persone che non so neppure se meritano tutta la bellezza che ci dona universo, intelligenza e natura. Sorrido. Come se la Terra fosse nostra. Come se la una zolla di terra fosse nostra. Come se potessimo accampare diritti perché abbiamo una vita economica media.
Questo clima in tutto il mondo mi fa veramente paura. Questa intolleranza, questo voler vedere il nemico a tutti i costi per incolparlo dei nostri dolori o delle nostre perdite a me fa terrore. Io divento un persona sociale, elevata ed intelligente in confronto a queste gregge ignorante che invade la Terra.
Torniamo indietro a grandi passi. La donna oggetto. L'ignoranza. La religione. L'oscurità. La censura. Basta che non ci portano via il nostro schermo al plasma, la playstation, il suv e l'ipod.
Si allontana sempre più il mio di sogno. Quello che assomiglia alla storia degli umani in Star Trek ma il futuro prende la forma di 1984 o di questo libro appena iniziato.

*Il sole 24 ore

L'inter, i mondiali e tutto il resto

Il calcio dovrebbere essere vissuto con raziocinio. Loro vincono. Loro prendono soldi.
Il fatto di identificarsi così tanto con una squadra indica uno stato profondo di disagio con la propria individualità e con la propria vita personale. Quando diventa patologico, senza pensare agli ultrà o alla violenza che non penso siano casi estremi ma latenti di ogni persona con un'ossesione, qualcosa non va.
Sia solo perchè torniamo alla teoria del così fan tutti e allora si sentono parte di un gruppo e così più al sicuro, sia solo perchè si lasciano condizionare umore e giornata da uno sport che alla fine non li gratifica realmente, ma solo come uno specchio riflesso di quel che non si ha.
E' un fenomeno interessante ma che non comprendo e mai comprenderò.
Non è paragonabile all'andare a vedere un concerto o uno spettacolo.
Lì c'è solo gioia.

Quando non comprendo mio padre cita i miei sedici anni da duraniana.
1. avevo 16 anni
2. non mi sognavo nemmeno di picchiare una persona a cui piacevano gli Spandau
3. se erano 10 in classifica non mi rovinavano la giornata.

Temo i mondiali. Temo la follia che comincerà ad invadere le strade a macchia d'olio. Mi piacerebbe che quelle piazze pieno fossero così anche per i temi sociali e politici importanti. Mi piacerebbe che la gente si godesse lo sport come fa quando ci sono le olimpiadi.

Io non capisco e mai riuscirò a farlo.
L'inter ha vinto. Non avete vinto voi. Non avete perso voi.
E sicuramente non è nulla se vince l'Italia i mondiali perchè nulla ci porterà se perdiamo in tutte le altre cose.

L'economia

Io non sono un granché come economa. Anzi davanti ai numeri la mia mente si annebbia ma pensavo...
il comunismo ha fallito. Non è giusto che i lavoratori siano tutti uguali e trovo la meritocrazia una buona strada, ma ci dovrebbe essere un tetto massimo di guadagno.
Facciamo 7.000 euro a persona?
Non so quanti per le aziende, ma superato quel tetto si potrebbe investire in ricerca. Credo sia deleterio per il mondo intero che esistano persone con troppi soldi e quindi con troppo potere, come il nostro presidente del consiglio insegna.

venerdì 21 maggio 2010

Le polemiche e Santoro

Mi son riservata il diritto di non dire niente.
Stamattina vedendo l'anteprima di annozero è stato come se liberasse anche per me un po' di quella voglia di dirne quattro a tutti quanti. Ho sorriso.

Una persona deve pur credere in qualcuno.
Qualcuno di umano, che abbia pregi e difetti, io ho scelto chi rischia.
E' una questione di credibiltà.
Quando te la guadagni difficilmente la perdi.

Anche se fosse stato (ed ieri ha detto che non lo è) stanco, anche se avesse scelto di prender i soldi, per una come me che ha bisogno di giorni di silenzio stampa per non arrabbiarsi troppo,  comprenerei che dopo anni una persona decida di lasciare.

mercoledì 19 maggio 2010

Il peso delle parole

Le parole sono fesserie.
Vengono via a niente. Si cambiano. Si deformano. Vengono giù come coriandoli a carnevale.
Ci riempiamo di parole.
Leggere, spaventosamente deliziose.
Pesanti, macigni ingombranti.
Parole sbagliate o giuste, scritte, parlate, urlate, sussurrate.
Giuriamo, protestiamo, promettiamo, insultiamo.
Leggiadre, la maggior parte, piroettano via... di qualunque tipo siano.

Il valore del silenzio?
Della maestosità del silenzio.
Dell'intimità del silenzio.
E l'importanza dell'ascolto?

Tutti, ascoltando, intervallano l'interlocutore per dire: si, capisco. Anche io...
e allora paghiamo qualcuno per ascoltarci, fosse anche per motivi medici o economici, finalmente qualcuno ascolta e fa domande solo su di noi.


Raramente, quasi per niente, ascoltiamo attentamente.
Perchè ascoltandoci daremo il vero Peso alle parole che pronunciamo, scriviamo, sussuriamo... rendendole credibili, leganti, assonanti

lunedì 17 maggio 2010

La lista di Anemone. Borghesi piccoli piccoli.

Così fan tutti.

No, non è giustificabile e non è nemmeno una buona scusa.
Io non lo so come si faccia a vivere col peso della disonestà, dell'ingiustizia compiuta verso i più deboli, come non si possa pensare ai propri figli.
Così-fan-tutti diventa legittimo.
Nel nome dei questa frase si fanno dalle peggio cose alle più piccole, dal prendere mazzette e dimenticarsi degli ideali (se mai ce li hanno avuti) giovanili (vedi nostra classe politica corrotta), a svuotare il posacenere della macchina sul marciapiede, al non rendere un portafogli trovato per terra.
Nel così-fan-tutti diventiamo branco, branco che sbrana il più debole. Incapsulati in un virus invisibile che contagia tutti. Anche quella che vien definita la brava persona, diventa nella collettività disonesta e meschina, un meccanismo del branco.

Io non credo che siam tutti cattivi. Credo che il branco faccia la sua sporca parte.

Ci vuol coraggio per pensare con la propria testa, per non fare come gli altri, per restare attaccati ai quei quattro principi e tenerli saldi per terra.
Perchè di solito, in tasca non ti entra niente.
Nè popolarità né soldi. 
Solamente quel sacrosanto momento in cui ti guardi allo specchio e non ti vien voglia di vomitare.

Pure a me successe di seguirlo quel così-fan-tutti nel mio piccolo, seguendo quella Milano da bere. Era facile. Era pure gratificante. Ma non per il mio inconscio, ma non per quella vocina che ripeteva che qualcosa non andava. 
Non per quella voglia che mi veniva ogni volta che mi guardavo di prendermi a schiaffi.

E' tanto che faccio da sola. 
E' tanto che non faccio le cose più popolari e per questo, forse, sto pagando ma è tanto che non ho più voglia di vomitare.

giovedì 13 maggio 2010

Similitudini



leggendo questo post...

Io sono quella che volta le spalle, quella che si allontana per prima e solo se rincorsa, forse, si sofferma un attimo.
In bilico tra bisogno e libertà, in un limbo in cui non riesco a distinguere l'egocentrismo, l'egoismo e anche una sorta di autismo.

Procedo a passo spedito verso una meta che non esiste, sorda e cieca in questo viaggio. Un lungo commiato con lo zaino sulle spalle.

La cosa che davvero mi atterrisce è il fatto di non sentire la mancanza degli altri, so che questo sentimento è in me, ma non lo avverto più.
O almeno non lo riconosco più.

Inutile parlare dell'inizio del viaggio, a come sono arrivata in questo valico. Ci sono montagne enormi intorno a me ed io ho trovato la via.
Peccato che io ho sempre amato il mare.

martedì 11 maggio 2010

Io ho paura

«Se è intelligente quanto è bella penso che faremo grandi progetti insieme»


 

Draquila

La prossima volta che vengo le porto io le veline
Berlusconi nel Trailer di Draquila

Ma voi donne, si proprio voi, non vi vien voglia di picchiare una persona che considera la donna merce o bambole gonfiabili?

Scambio zaino per valigia

Ho una lista.
Una lista sconfortante.
Una lista che mi rigiro tra le mani e non so che farci.
A volte si crede che rendendo materiali i pensieri si possa combatterli.
A volte funziona
A volte no.

Ho un lista che ho messo tra i sassi nello zaino che mi porto sempre appresso.
Sta diventando così pesante che mi ritroverò pancia in aria come una tartaruga capovolta.

lunedì 10 maggio 2010

Avatar. Bella cavolata.

Niente da fare.
Non mi è piaciuto.
Poteva essere altrimenti?
Storia debole, cose viste e riviste.
Fantascienza non credibile.
Monocromatico.
Alieni fatti in serie con corpi esattamente uguali fra loro.

Sarà, ma io questo gran capolavoro non l'ho capito.
La mia vita è fatta da mille promesse non mantenute

(da me stessa a me stessa)

giovedì 6 maggio 2010

Ancora sull'aborto?

Oggi Mark Renton commenta questa foto


con "la gente non sta bene.. non sta bene.." 
Tralasciando il fastidio che mi procura l'uso improprio della punteggiatura, ma lui ha detto tutto. La gente non sta bene.
Non so se nascono con qualche neurone in meno o la tv li ha fritti per intero, so solo che si innalzano a giudici e non sanno nemmeno di cosa parlano. 
Prima di tutto moltissime donne sono morte procurandosi da sole o da ciarlatani l'aborto. Sapete quella cosa che esiste ancora? Qualche articolo di giornale lo leggete? 
No, mi sa che son tutte impegnate a sognare cuoricini.
Poi, ogni donna si pone davanti alla scelta (chi cazzo sono io per giudicare? e chi cazzo siete voi?) e sicuramente nessuno ha mai descritto tale intervento subito con leggerezza. 
E non per l'operazione in sé ma per le conseguenze psicologiche. 
Ma secondo loro son tutte quante assassine o irresponsabili. Riescono a capire solo lo stupro come causa giusta per un'interruzione di gravidanza. 
Siamo alle solite. Chi dovrebbe essere tollerante perchè inneggia alla vita, all'amore, a dio, invece è cattivo e spietato. Noi che non crediamo più a niente continuamo a tollerare questa gente che si riempe la bocca di frasi fatte, di pensieri rubati ad aforismi.it, a catene di sant'antonio di terzo ordine.
Io non tollero più da un pezzo.
Non tollero il farmacista che potrebbe negarmi la pillola, non tollero il medico che si rifiuta di operare. Cambia mestiere.
C'è stato un referedum. Ora è legge.
Piantatela.
Stiamo tornando nel medioevo. Ed io sono stufa della stupidità che mi sta intorno. Anzi, peggio, dell'ignoranza. La stupidità è un difetto, l'ignoranza una colpa.

La cri presa dall'impeto

mercoledì 5 maggio 2010

Grecia

Io non è che ne capisco molto di economia però mi pare che sia un po' così:
2 genitori pensionati con 0 redditto e già un paio di mutui da pagare, arrivo io figlia disoccupata e dico che mi trovo in difficoltà economiche. Loro mi danno una mano e chiedono un altro prestito in banca.
La banca giustamente ha delle perplessità.
Sbaglio qualcosa?

Secondo punto che ho capito in questa giornata che i manifestanti non sono all'improvviso impazziti e son tutti così irresponsabili da non voler rinunciare alla tredicesima, credo che siano abbastanza incazzati perchè il governo ha sprecato soldi in corruzioni ecc ecc ed ora non ne vogliono pagare loro rinunciando a diritti e soldi.

Mi ricorda un altro paese...
chissà qual è?

martedì 4 maggio 2010

Martedì grigio

Un tempo le parole fluivano liberamente. Magari la voce è muta ma le mani son sempre volate via veloci sulla tastiera.
Come diceva una vecchia canzone è come se avessi perso le parole, come se i mattoni che si infilano piano piano nello zaino sulla mia schiena, non potessero essere spiegati.
Eppure è semplice, persin banale.
La situazione è simile per molti. 
Forse le parole son così pesanti che cadono e fanno un buco nel pavimento ed io le perdo.

Simulo. Molti di noi simuliamo.
Simuliamo una faccia(ta).
Che sia, che vada bene, che sia come armatura, come un trucco da pagliaccio.
Ma un po' tutti simuliamo.

Io sono stanca di simulare ma continuerò a farlo.
Lo affronto periodicamente questo argomento.
E' che anche questo è un macigno nello zaino.

Intanto un piccolo passo lo posso fare, nel virtuale se non altro. Niente più nome e cognome. Ma non perché mi vergogno di queste mie parole, ma solo perché mi privo della libertà di sciogliere le parole dentro.

E' di questi giorni l'anniversario della morte del vecchio papa, anche se son atea, ci sono quelle parole che mi rimbalzano dentro.
"non abbiate paura"

Ho imparato a dire No dopo molti anni di Si
Dovrò re-imparare a dire Si.

Il nulla ti avvolge ma ti porta solo al niente. 
Che sia. Vado alla ricerca di un sogno.
Cercherò di imparare anche ad avere le benedette illusioni e speranze.

lunedì 3 maggio 2010

5 minuti

La mia intolleranza... ma forse di più la paura di essere ancora ferita a morte, mi ha reso sola.
Sempre più fredda.
Senza scossoni emozionali se non quelli che io stessa mi provoco.

La debolezza rimane, per me, vergognosa.
Appena qualcuno dice o fa qualcosa che riesce a scalfilmi, lo allontano.
No, non parlo naturalmente di sensazioni positive.
Quelle le lasciamo ai film di terza categoria, quei film in cui il/la protagonista fugge da cose che la possono rendere felice.

Le ragioni e le scuse son banali. Le hanno già dette altre persone, milioni di altre persone.

E' come se la bombola del gas di un tempo. La fiamma ti indebolisce.

La radio continua a blaterare e la musica comincia,
la fiamma si spegne ed io non ci sono più.

Lunedì nero

Un salto indietro. Un salto indietro di anni.
Nulla è per sempre e sempre si modifica.
si modifica in peggio o rimane immobile.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Il sole muore ogni giorno.

Un uomo senza illusioni o speranze è come morto.

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...