venerdì 29 dicembre 2006

Kenia

Kenya, il primato della vergogna

Fonte http://www.peacereporter.net

Ci pensate?

Magari è il vostro collega, magari è vostro marito, magari il vostro miglior amico.

Perché ci vanno in quei posti, l’unico scopo è il sesso con i giovani che non possono mangiare ed allora si vendono. Vendono l’unica cosa che hanno, il corpo.

La cosa vergognosa per una civiltà (?) è che ci innalziamo a difensori di diritti e democrazia ma non ci facciamo scrupoli a sfruttare chi è debole o povero, chi ridotto è in schiavitù.

Dopotutto siamo uomini già perché si usa il maschile per indicare il genere umano. Uomini. No dopotutto Siete uomini, per mia fortuna sono una femmina e la maggior parte delle donne statisticamente ha una sessualità diversa.

I tuoi bisogni, come andare di corpo, non li puoi scaricare su una donna che sai perfettamente essere schiava o bisognosa come se fosse un gabinetto.

Non è un alibi né è giustificabile se hai un cervello pensante, ma sembra che oramai i cervelli sono pochi e molti assolutamente assoggettati dall’organo riproduttivo in mezzo alle gambe.

Già per le donne ci sarebbe molto di cui discutere, per i bambini non ci sono parole.

Bambina è anche una ragazzina di tredici anni. Non avete remore, non avete dignità. Non sto parlando di chi si prostituisce, ma proprio di voi, che con loro ci andate insieme.

Uomini soli che vanno a cuba. A far che? Cuba, città povera. Sesso.

Uomini soli che vanno in Tailandia. A far che? Peggio. Sesso con ragazzini.

Li ho chiamati uomini.

Che stupida.

La forza dell’abitudine mi porta a chiamarvi uomini ma non lo siete, persino gli animali sono giustificati in quanto tali. Voi siete gli esseri più inutili e scorretti sulla faccia della terra. Vi chiamate pedofili. Per quanto ne potete dire o giustificarvi con voi stessi, non siete meglio di chi violenta un ragazzino in una scuola o in un orfanotrofio, per non parlare dell’orrore di quelli che usano i propri figli o nipoti.

Desolata di appartenere alla vostra specie.

giovedì 28 dicembre 2006

L'amore non basta.

L'amore e l'affetto non bastano.
Per quanto si può amare o voler bene a qualcuno può essere che questo qualcuno ti renda la vita un inferno o che pretenda cose che tu non puoi dare.
Per quanto questa persona dica di amarti può essere che in realtà non ami davvero te, ma solo l'idea che ha di te. Perchè ti vuole diversa, ti vuole insegnare, ti vuole cambiare.

Non ho mai creduto, anzi è qualche anno, che non credo più ad un amore che ti fa male. Che volutamente o incosciamente fa del male all'altro. Non credo si possa sopportare la sofferenza dell'altro se si ama davvero, perchè fa male quanto e come a te stesso.

Per cui le reputo cazzate quando qualcuno mi dice che mi ama o mi vuole bene e mi lascia piangere da sola.
Persino quando la mia collega mi fa arrabbiare e la faccio piangere io non resisto e chiedo scusa e la consolo. Ed io non l'amo.

Per difendere un'idea, uno stile di vita, un pensiero...

Difendere te stesso in realtà, perchè accettando le mie idee metti in discussione te e non riesci ad accettarlo, mi pugnali più volte, mi paragoni a mostri sparsi per il mondo...

no, non è amore.

Si scambia spesso anche il desiderio fisico per amore o il battito veloce del cuore, ma quello non è amore.
Amore amore.
Quante parole spese, perse, urlate per qualcosa di così sottile, di così mutevole, di così.

giovedì 14 dicembre 2006

Canone inverso. Non si può che seguire una persona che si accorda col tuo cuore.

Ma non si può non lasciare una persona che proprio non si accorda col tuo cuore, come un violino stonato, come una nota stridula. Qualcosa che non capisci nemmeno tu ma che fa male alle orecchie.

C'è ancora qualcosa che mi può far male più di un giorno?
G. mi disse, ma a te frega qualcosa di qualcuno?
Boh non lo so, i miei dolori durano un giorno o una notte come certi fiori, poi s'innalza un muro magico di protezione, mi aspetto che le persone se ne vadano, che partano con i loro treni.

A volte penso che mi mancano, come luca, ma poi me ne dimentico. Nel senso che proprio mi passa dalla mente.

Il mondo ruota intorno a me,
il mondo che ruota non lo trovo molto giusto e mi indigna.

I simili tra loro si cercano, fanno gruppo.
Vorrei essere distaccata, a me scivolano addosso solo le persone che ritengo indegne.
Anima, carne, sangue, cervello.
Poi il riposo.
Tutto si placa.
E rimango io.
Se nella quiete i pensieri prodotti dalla passione e dall'istinto persistono, allora quella è la strada giusta

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...