martedì 30 novembre 2010

Cala il silenzio. E sia.
Sono brava con l'autocoscienza.
Mi fermo e mi ascolto e so.

Di indole sono una di quelle che si arrabbia di più quando son gli altri ad essere presi di mira, ma le cose vengono sicuramente accentuate in questo periodaccio.
La data si avvicina ed io vado in tilt.

Oramai quando mi capita, guardo il calendario.
Spero di essere a casa settimana prossima.

lunedì 29 novembre 2010

Il mio elenco.

Ho visto un uomo grande e forte piangere dal dolore nelle mie braccia.
Ho visto troppe teste calve.
Ho visto troppi branchi sbranare il più debole, perché debole è se è uno contro tutti.
Ho visto gente piangere morti di sconosciuti e poi accanirsi contro un'amica. Perché ha già giudicato.
Ho visto appicciare quel che meglio per se stessi, ad altri accusandoli di essere incapaci di intendere e volere.
Ho visto gente che non mi piace, non mi piace solo per un like per la cattiveria.
Ho visto bambine già dedite a fare le veline a scuola pensando che fosse questo il metodo per essere amate.
Ho visto gente giustificare lo stupro, il massacro e pure il sesso con le minori.
Ho visto ignoranza ed ottusità in laureti e saggezza di chi, per curiosità, conosce.
Ho capito pure che solo la conoscenza dà il potere vero, questa regola si applica a tante cose. Dalle persone alla cultura.

Ho visto tempi bellissimi pieni di ideali per tutti
ma erano altro tempi.
Capisco il suicidio.
Non ho mai capito perché soffrire nel farlo.

domenica 28 novembre 2010

Colletta alimentare 2010

Giovedì tornando a casa ho trovato appeso questo cartello



Il ricavato andrà ai bisognosi delle NOSTRA città 

Per quale recondinto motivo questo dovrebbe indurmi a comperare più cose?
La nostra città?
Quale città?
Dato che questo cartello lo ha appeso la parrocchia, la chiesa non dovrebbe farlo normalmente ogni giorno?

Ieri non ho fatto la spesa. Di solito ogni anno ci vado apposta e non mi importa a quali bambini andrà i pannolini che compero.

venerdì 26 novembre 2010

Lo stomaco aggrovigliato, una palla sotto il petto, qualcosa di pesante che si fa sentire ogni minuto di più.
La testa sempre altrove quell'altrove che non riesco nemmeno a trovare perché son già altrove.
I vestiti sono indifferenti, anzi mi scocciano.

E quella leggerezza che mi piacerebbe ritrovare come un paio di mesi fa, che si sa, era solo una recita ma era pur sempre una bella recita.

giovedì 25 novembre 2010

O evolve o muore.
Forse l'angolo non mi è congeniale.

Violenza sulle donne





Non credo molto alle giornate dedicate, ma non credo che se rimango silente faccia la differenza, preferisco lanciare il mio sassolino nello stagno.

Non ho mai avuto paura, sarà inconsapevolezza, sarà che la violenza nella mia famiglia non c'è mai entrata. L'infanzia è un marchio che ti porti tutta la vita addosso, la mia è stata felice e assolutamente dedicata ad insegnarmi cosa è giusto e cosa è sbagliato.
La violenza era sbagliata. Punto.

Ho imparato come tutte a difendermi negli autobus gremiti, da quelle piccole molestie che dobbiamo subire quotidianamente.

La violenza fisica l'ho vissuta di rimbalzo, l'ho vissuto per empatia, l'ho vissuta ai margini.
Quella psicologica è arrivata nella mia vita nel 2006.

I primi sintomi son stati il cercare allontanare genitori e amici. 
Con tono mesto e amorevole in cui ti dice che noi eravamo unici e quindi soli. 
Voleva eliminare chirurgicamente ogni conoscenza che potesse togliergli attenzione.

E' un film tv di quelli che passano il pomeriggio, il lui è sempre un angelo quando si presenta ma è chiaro che lo è solo perché i primi tempi difficilmente si innescano meccanismi di diniego.

Al mio primo no ci fu l'inferno. Ruppe tutto in casa, fortunatamente la sua. La violenza era lì accanto a me. Mi sfiorava. La sentivo forte e presente mentre cassetti e armadi venivano sventrati. Paura? No. Rabbia. Incoscienza, non lo so. 
Ho raccolto le mie cose e son andata via. Tante le ho lasciate lì ma son solo cose.

Mi pareva abbastanza. Ma così non fu. Cominciò un anno di persecuzione sul web, fortunatamente non usciva dalla sua città, non so se fosse vissuto a Milano come sarebbero state le cose. Era uno stillicidio. Era un continuo e ininterrotto accanimento e molestie contro me e contro persone in contatto con me.
(anche in quella occasione la trama del setaccio ha eliminato le conoscenze più deboli).
Cosa provavo?
Rabbia ed impotenza.
Paura? a volte, quando vedevo un camioncino bianco parcheggiato sotto casa o che era in coda con me.
La paura non fa parte della mia vita, credo. Non quel tipo di paura.
La ribellione scorreva nel sangue calda.
E' nulla in confronto di quel che hanno passato altre donne.
Io violenza vera non l'ho mai vissuta. Credo che mio padre abbia fatto un buon lavoro con me. Credo che mi sarei difesa da subito con la stessa violenza, almeno ci avrei provato.
Il mio primo istinto è stato quello di fare le valigie pensando che lui era sbagliato, che l'angelo era solo la maschera superficiale.
Altre donne pensano invece di essere loro sbagliate, che è impossibile che il sogno si infranga così, che in qualche modo son loro colpevoli del cambiamento.
Ed invece no.
Vittima e carnefici sono complici. Ma lei rimane vittima. Non dimentichiamocelo. Mai.

Mi ha segnata e tanto. 
Non ho avuto più nessuna pulsione verso nessun uomo per diverso tempo.

Ora al primo sintomo di aggressione da parte di conoscenti li metto alla porta.
No, non puoi aggredirmi e poi non pagarne le conseguenze. 
Non son giochi che mi piacciono, non stimolano nulla in me se non l'allontanamento immediato.

Non son una vittima. 
Non lo sono mai stata.
Fortunatamente.

mercoledì 24 novembre 2010

"il nostro compito di figlie e il loro compito di mogli e non possono mischiarsi (...) perchè le mogli hanno un compito e le figlie un altro... è vero siamo anche figlie loro, ma siamo figlie uniche e non possiamo raddoppiare energie e tempo per donarle a entrambe, altrimenti ci annulliamo e questo non è giusto"

martedì 23 novembre 2010

Ora che questa giornata termina
direi che è stata un misero giorno.

Il mondo mi ha fatto male,
più del solito,
l'ho sentito così dolorante, così pieno di pena, dolore, morte, cattiveria
che fa male ancora.

Faccio una mandata ulteriore al mio sentire, continuo a girare la chiave e non basta mai.

Il mondo che gira intorno mi graffia e basta
nessuna ferita
nessun taglio
qualcosa di superficiale che rimane
è un piccolo solco che non ricordi nemmeno più come è successo

Poi c'è il mio di mondo.
Quello è un'altalena, tra cose belle e cose che fanno sanguinare
qualche cerotto prestato sul momento
e continuo la marcia

Lei dice che non ci sono mai
Lei dice tante cose
Lei non riesce mai a vedermi, purtroppo
Ci ho pensato su. Io sono una brava persona.

lunedì 22 novembre 2010

Mi benedica padre, perché Ha peccato

Ogni anno si sa, capita.
Stavolta mi ha colto di sorpresa, ero a cena dai miei e mia madre è una credente.
Ora è vero che son una personcina educata e non ho proferito parola,
è vero che son stata carina e ho risposto alle tue domande anche se mi parevi un po' lascivo,
ma non sai che pericolo hai corso chiedendomi
Quando ti sposi?
Mi guardano e mi osservano.
Puntano il loro dito. 
Ovviamente guardando il dito e non la luna.

Io mi sarei leggermente rotta le scatole.
C'è una persona molto curiosa. Non farò nomi. J.*
Mi chiede spesso cosa mi piaccia in un uomo, che cosa ha accomunato i miei vecchi morosi.
In realtà son stati uno differente dall'altro, per fisico, per personalità, per idee.
Non trovo un comune denominatore.
Forse io cambiavo ed in base alla mia crescita volevo qualcuno accanto con determinate caratteristiche.
Di solito quando le storie finiscono ci si chiede che cosa è andato storto, non che cosa andava bene.
Quindi non saprei.

Semmai, se per caso dovesse ricapitare, vorrei qualcuno che mi faccia sorridere, che  mi rispetti, che non sia dipendente da me, che non dica non ti farò del male. Uno che si presenti a volto scoperto e disarmato.
Che faccia con me il percorso del giorno-per-giorno.
Niente domande, niente risposte.
E niente scene plateali che non contano niente.
Niente paroloni.

Che se le parole dovranno esserci, ci saranno nel momento opportuno.
Che sia come sia.
Che mi faccia stare così tanto bene da non dover portare né maschere né trucchi.

Forse avrei potuto aver parole più belle ma non è il momento ora.
Ora è solo così.
Cose terra terra.
Di quando ti sporchi di terra e c'è lui che ti pulisce il viso
e che poi ti fermi e gli pulisci il suo.

*è un'iniziale in fondo
Ricominciare a sognare ad occhi aperti è distruggere un po' il disincanto?*



*non a caso lo avevo chiamato illusorio

a margine

Ci sono esplosioni di egoismo puro in cui potresti andare contro in quel che hai sempre creduto.
A volte.

Uno Nessuno Centomila

Siamo camaleonti.
Non sono maschere, semplicemente sono vari aspetti della nostra personalità che vengono fuori in base a chi ci troviamo di fronte.
Seduttori, timidi, impegnati, illuminati, aggressivi, immorali o romantici
Osservo, guardo e ascolto.
E vi vedo cambiare, modificarvi.

Son sicura che lo faccio pure io.

domenica 21 novembre 2010

Finalmente è ora. Me ne vado. Prendo la sciarpa, mi copro la testa e faccio un giro intorno al collo.
zia: Ma ti metti il velo?
io: è ovvio. sono diventata mussulmana.
zia: va beh, se è una tua scelta (con aria di chi mi prende per pazza)
l'altra zia accanto: come è diventata mussulmana?
io le guardo entrambe. le lascio commentare due minuti.
ah ignoranza, è risaputo che il velo si mette e si toglie come si vuole.

poi sbotto: Mavostrodio. PIOVE!

Non ce la posso fare

60 parenti. Non ce la posso fare

sabato 20 novembre 2010

Non sono una blogger. Son una che ha sempre tenuto un diario
Ieri urlano al Rocky Horror Picture Show, chi è vergine? Vedo un sacco di dita puntare su di me.
Io: ma no, non sono vergine e che diamine! 

Non era di quella prima volta che parlavano

Note a margine

Perchè le persone non rispondono al bacio del saluto?

e perchè io non ho bisogno dell'approvazione anzi del consenso delle persone, è crescita o perdita?

venerdì 19 novembre 2010

I sintomi dell'esaurimento nervoso: sono un senso di profonda stanchezza associato ad una incapacità di riposare veramente, soprattutto durante le ore notturne (insonnia); una difficoltà di concentrazione notevole

Io di mio ci metto in più quello stato eterno da sintomo premestruale, in cui si ha il magone per niente, si è particolarmente sensibili e cose così

(piccolo angolo commiserazione)
Debole e labile è tutto ciò che si sgretora in un attimo.


Tendo ad allontanare da me le persone aggressive, insultami e poi far finta di niente, non funziona.


La memoria emotiva non dimentica

giovedì 18 novembre 2010




Ci tento ogni volta ad ascoltare. Non posso credere in una marea di idioti celebrolesi. Poi li sento. Gli ItaGliani medi vanno contro ogni mio pricipio, ogni mio credo. Sento i leghisti ed ogni parola è un atto contro l'umanità, intesa non come molteplicità, ma nel senso più filantropico del termine.

Saviano è un mafioso.
Almeno la camorra mi dà un pezzetto di quel che ha e lo stato no.
Che me ne frega, a me basta che non mi fa pagare l'ici.

Il senso profondo di quelle prime pagine della costituzione non esiste più.
Costituzione che io non ho letto tutta, ma che nemmeno è compito mio farlo ma loro.

Loro sono al governo ma son davvero i nostri rappresentati.
Non esiste più empatia né simpatia, esiste solo la prevaricazione. Il guadagno personale, le piccole cose meschine di uno che vuol comprarsi iphone.

Ci sono cose ben più importanti del vostro orticello.
Quella costituzione scritta dopo una guerra di scempi, di atrocità, di sbagli e con quella costituzione, che non conoscono, ogni giorno la usano per andare di corpo.

Nessun prezzo vale la mia di umanità e la mia dignità. Preferisco fare qualcosa di estremamente umile che svendere ogni giorno i miei principi.

e non me ne fotte niente del E' colpa loro e bla bla bla. Siete davvero indegni di ascolto.
Io non sono precaria.
Lo sono stata un un anno, non per mia volontà ma perché così si faceva. Mi chiamavano freelance.
Ma va, freelance un cavolo. Facevo 12 ore al giorno e mi occupato di tutto.

Ho vissuto sulla mia pelle il mobbing, lo stipendio basso perché non raccomandata o perché non so vendere il culo, pago ancora il fatto di essere donna e il mio caratteraccio. Ma sono assunta.
Pro: ferie pagate, malattie, tasse pagate.
Tutela? no. direi di no, se vogliono licenziare lo fanno con la buona uscita dall'oggi al domani.
Pensione? direi di no nemmeno quella.
Ma è giusto così.
Se dobbiamo in qualche modo cambiare i contratti, facciamolo. Ma che l'assunzione sia d'obbligo.
Che ci sia un minimo per vivere degnamente, che non sia normale dire:
ma tu un lavoro ce l'hai e ti deve bastare.
Tutti si lamentano. Ma giuliana ha pubblicicizzato una manifestazione che si farà il 27 novembre.
Nessuno ha condiviso o altro.
Allora è vero che volevate solo il clamore di una persona che faceva lo sciopero della fame, per ritrovare i vostri anni da studenti oppure solo per fare la figura dei "buoni".
Che vi piaccia o no è dai sindacati che si deve andare. Cambiamoli questi sindacati.



Nota a margine. Magari non conosco bene le leggi, ma mi è chiaro cosa è giusto e cosa è sbagliato

mercoledì 17 novembre 2010

Roberto Vecchioni - Signor Giudice (1979)



Signor giudice (Un signore così così)
(Vecchioni)

Signor giudice
le stelle sono chiare
per chi le può vedere
magari stando al mare.
Signor giudice
chissà chissà che sole
si copra, per favore
che le può fare male
immaginiamo che avrà
cose più grandi di noi
forse una moglie
troppo giovane
e ci scusiamo con lei
d'importunarla così
ma ci capisca
in fondo siamo uomini così così.

Abbiamo donne, abbiamo amici così così
leggiamo poco, leggiamo libri così così
e nelle foto veniamo sempre così così.

Signor giudice
lei venga quando vuole
più ci farà aspettare
più sarà bello uscire.
Signor giudice
si compri il costumino, si mangi l'arancino
col suo pomodorino
noi siamo tanti, siam qua, già la chiamiamo papà
di quei papà
che non si conoscono
quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
ci vergognamo tanto d'essere uomini
così così.

Sogniamo poco, sogniamo sogni così così
abbiamo nonne, abbiamo mamme così così
e quasi sempre sposiamo mogli così così
se ci riusciamo facciamo figli così così.
Abbiamo tutti le stesse facce così così
viaggiamo poco, vediamo posti così così
ed ogni sera ci ritroviamo così così.

Signor giudice, noi siamo quel che siamo
ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano.
Signor giudice, qui il tempo scorre piano
ma noi che l'adoriamo col tempo ci giochiamo.
L'ombra sul muro non è una ragazza
però ci fai l'amore per abitudine
lei certamente farà quello che è giusto
per noi che ci fidiamo e continuiamo
a vivere così così così.

Sappiamo poco, sappiamo cose così così
ci accontentiamo perchè noi siamo così così
a casa nostra ci sono quadri così così
e se c'è sole è sempre sole così così.
Sogniamo poco, sogniamo sogni così così
e nelle foto veniamo sempre così così
ed ogni sera ci ritroviamo così così.
Riconoscere i propri limiti è fermarsi e recuperare. Dare aiuto quando tu sei priva di risorse è inutile.
La cattiveria gratuita, fare il verso a quello che scrivono gli altri (scrivono chi cavolo ti conosce di persona), prendere un video e cercare di fare la battuta facile non solo è proprio di cattivo gusto ma denota una mancanza di equilibrio, di invidia, infantilismo che si protrae negli anni.
Un po' come stare nel piccolo circolo dei bulli, sì proprio quelli che vediamo nei filmetti americani, con il giocatore di football e la cheerleader.
E' quasi ridicolo quel che leggo. Senza il quasi.
Non è neppure intelligente, persino io potrei mettere in ridicolo qualsiasi utente di qualsiasi social e fargli il verso.
Ma non so se poi gradirebbe.

Charlie Brown
scrive: mi fanno schifo le persone che si fanno burla dei più deboli
In realtà i deboli, in ogni dove, son proprio loro.
Così piccoli da dover prendere in giro il prossimo per farsi notare

martedì 16 novembre 2010

L'altro branco

Ci ho pensato a lungo oggi.
Il perché certi meccanismi si ripetono intatti.
Il branco rende le persone idiote.

Io mi prendo una pausa. Non so se per qualche ora o se per un bel po'. Ci son tante cose che non mi piacciono più. Partendo da una sed che viene insultata e nessuno parla, andando avanti a troppi dm di persone che non si vogliono esporre ma mi dicono "hai ragione" quando mi incavolo per varie ed eventuali, passando dal fatto che ho raccontato
troppi fatti miei forse sul mio blog, quindi qui importato. Questa mania della penna rossa a sottolineare ogni mio comportamento come io fossi chissà chi ed invece non sono proprio nessuno ma un'altra disperata come voi. Il fatto che non si discute qui ma si offende. Le faide o stai da una parte o dall'altra. Le bugie. Le cose inventate. le confidenze date ai quattro venti. 
Insomma se questo è il meglio che c'è in rete... mi sto ponendo delle domande. Mi vedo estromessa da feed e non so perché, mi insultano e non so perché, si arrabbiano e non so perché. Potrei postare pure io iphone e piatti pronti. Non mi esporrei ma questa opportunità di dire la mia sarebbe vana. Insomma mi prendo una pausa. - 

sabato 13 novembre 2010

Era maggio

Avevo fatto tutto, proprio tutto per bene eppure non ero felice.
Nemmeno lontanamente serena, a parte i problemi o le emergenze che tutti quanti ci troviamo ad affrontare in alcuni periodi nella nostra via, pensavo di aver fatto pace con me stessa, ma qualcosa non tornava.
Era maggio. Le sere erano sempre più lunghe e belle.
Ed io spiavo invidiosa le risa leggere altrui.
Era maggio dicevo e scrivevo cose così

Lo so, lo so
che niente è come sembra
Lo so, lo so
che
Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe
Ma quelle risa leggere, quei pensieri amabili e così quotidianamente sereni che vengono espressi con ugual leggiadria, quei progetti e quel senso di avere le sacrosante risposte della reciprocità fa sì che quel verde, che serpeggia sempre più comodamente in me anche se da me vien messo alla porta, si ripresenti alla porta come se fosse un suo dovere fare la sua apparizione. Come se io fossi il treno da prendere. Non riconosco questo intruso con cui non ho mai condiviso nulla se non in alcuni attimi di superficialità.
Sentimento verde. Di un verde vomitevolmente in rgb. Il verde dell'invidia, del voler qualcosa che altri hanno anche se nel vero, magari, non hanno.

Potete vedere pure me così leggera e leggiadra, nel quotidiano, nella maschera di difesa che mi porto appresso e che chi mi conosce riconosce (o anche no).
E' il volto pubblico di cui ho parlato a volte anche qui. Il volto dello scherno e dello scherzo.
Lo so, lo so che non bisognerebbe. Si rischia di annientarsi e di non capire più qual è il limite tra te e il personaggio.

La sindrome dell'abbandono, così mi hanno detto. Ma io l'ho ribaltata. Invece di soffocare gli altri, mi ne sono resa indipendente. Talmente indipendente da non aver bisogno di nessuno.

Allora vi guardo, voi che sembrate Sole e Terra ma con tanti satelliti intorno, vi guardo e vi osservo.
Capisco che perdo.
Ho perso il sogno, ho perso la fiducia, ho perso.
Perchè il senso della vita è solo questo.
Non ha importanza se il desiderio è un paio di scarpe o un amore o un ideale.
Se non lo hai, perdi.
Anche chi il sogno ce l'ha e non fa nulla per realizzarlo, perde.

Non contano le vicende o i fatti per cui sei arrivata a questo punto. Non sono giustificazioni, son solo debolezze di cui bisogna vergognarsi o commiserarsi.
Non c'è scusa che regge per quello che abbiamo e non apprezziamo o per quello che ci neghiamo.

E poi c'è questo sole e questa musica che risveglia i sensi e la vitalità, è che non è più inverno e non è più grigio.
Il giallo, si sa, fa male all'anima e ti acceca. Solo quando non vedi più nulla, non per buio ma per troppa luce, allora vedi davvero.

Paga di questo isolamento, pago questo isolamento.

Dicevo, quindi, che non tornava. Non tornava niente. Non sapevo esattamente di cosa avevo bisogno.
Avevo bisogno di far pace, pace e perdono con il passato, con le persone, con il rischio di farsi male.
Il potere del perdono, per non sentire quel rancore, quella cosa che ti mangia lo stomaco e danneggia solo se stessi.
"E' arrivato ora, ma ora non mi interessa più" mi hanno detto oggi.
Ecco, invece per me ora mi interessa. E' arrivato. Son arrivate tante cose. Col perdono è arrivato il sentire l'amore e l'affetto.
Bisognerebbe essere sempre clementi sia con se stessi che con gli altri e non crocifiggersi e crocifriggere le altrui colpe o difetti.
E se proprio non possiamo fare la strada insieme, allora è meglio farla separata.
Se ci si vuole incontrare, ci sarà sempre un incrocio ad aspettarci, ci sarà con la faccia alta, con parole schiette, con il momento perso e ritrovato.
Sto chiedendo troppe volte scusa per cose che non ricordo o che non mi rendo conto.
Sarà il periodo nebbioso e di merda, sarà qualche volta l'alcool,
dico che son lucida ma lucida è solo la paura che mi pervade sempre.
Sarà che ho una percezione diversa, ora.
Sarà che appunto non ho mai avuto il pollice verde.
Sarà quel che sarà, ma forse non è più necessario farlo.

Per capirsi ci vuole tanto tempo e tanto impegno.
E tempi anche per recuperare.

Ho voglia di intimità, ho voglia di persone che già sanno o intuiscono come e cosa sono, di chi mi ha perdonato e di chi sa che ci son stata e ci sarò.
Ho voglia di quell'annusarsi e sapere che si sta bene e non si ha timore né di parlare, né di rimanere in silenzio

giovedì 11 novembre 2010

Penso che pensandoci, se fossi attaccata anche fisicamente, vorrei solo 3 donne accanto a me. non mi fido di nessun altro.
E' che ho altri esempi. Mio padre ha 65 anni, la 5° elementare, onestà da vendere ed è una persona educata e rispettosa. Per quante lauree, soldi o esperienze non c'è nulla come l'aggressione che rende patetica e noiosa una persona. Anzi è triste che ti sciorinano le proprie proprietà. E' triste perchè non hai niente altro da offrire.

mercoledì 10 novembre 2010

Prima di dormire

Il sonno tarda ad arrivare. Una tappa è stata vinta. Vorrei avere più tempo da passare insieme, ma non posso. In tutta questa preoccupazione trovo spazio per i più cari. E persino per la rabbia di politica società e cazzate varie. Il blog è intimo e mio. Mi vedo meglio con occhi di altri, a volte è divertente. Non sono così trasparente in fondo. Apparenza inganna. Ma va bene così.

Cose strane

Ci si vergogna ad esporre i propri sentimenti come se fossero cose brutte.
Gente che ruba, che umilia, che va a mignotte. Su questo possiamo farci battute ed anzi ammirarle pure
Mettiamo a disposizione di chiunque amori appena nati, fotografie, ecografie. Ma del dolore?
No quello è un tabù.

Il dolore è uguale per tutti.
Tutti ne abbiamo sofferto.

Oggi io sarò ancor più arrabbiata, triste e non me la posso prendere nemmeno con dio perchè non ci credo.
La cosa peggiore che può capitare è vedere qualcuno malato e non poterlo aiutare, l'impotenza totale, è peggio della malattia propria.

Il mio viaggio nella vita è stato costellato da queste cose.
Ma questa è una delle peggiori.

PS: a chi si preoccupa. FF è solo un passatempo. Niente mi scalfisce davvero.

martedì 9 novembre 2010

Sono triste

Punto.
Non ci son altre parole per spiegarlo.
E so che questo non ha un odore buono.

vieni via con me

Si continua a parlare di omosessualità e torna sul palco Nichi Vendola che in uno dei momenti più toccanti dell’ottimo esordio di ieri di Vieni Via Con Me elenca le espiazioni dell’omosessualità (segue il video):
 
  • IMPALATO come le donne
  • ARSO VIVO come le donne
  • SQUARTATO come le donne
  • DECAPITATO come le donne
  • IMPICCATO come le donne
  • LAPIDATO come le donne
  • ACCECATO come le donne
  • EVIRATO (infibulazione)
  • DEPORTATO NEI LAGER e marchiato col triangolo rosa
  • DEPORTATO NEI GULAG
  • ESILIATO
  • CONFINATO come le donne
  • RICOVERATO IN MANICOMIO e curato con gli elettrochoc  come le donne
  • INCARCERATO come le donne
  • STUPRATO PER PUNIZIONE come le donne
  • TORTURATO come le donne
  • PERSEGUITATO in ogni luogo e in ogni tempo della storia umana come le donne
  • VIOLATO nella sua dignità e nei suoi diritti NEL NOME DEL COSTUME, DELLA RELIGIONE, DELL’IDEOLOGIA, DELL’ORDINE PUBBLICO, DELL’ETICA come le donne
 
Facciamo a metà và

sabato 6 novembre 2010

Siete pazzi



Ottusi. Non posso e non riesco a prendervi sul serio ed ascoltare le vostre ragioni.
Mi pare sempre di sentire bambini che dicono: è stato lui maestra, è tutta colpa sua. 
Con evidenti dosi di ignoranza, petulanza, le vostre camicine come scolaretti, i vostri slogan volgari, razzisti, maschilisti, idioti.

Dovrebbero bandirvi perchè siete totalmente anticostituzionali.
Mi chiedo perchè non lo facciano?

“PASTA CA’ MUDDICA”


Sì e vero, l'ho un po' riadattata ai nostri gusti e forse bastava un solo peperoncino.
Ma è nostra.
E complice il fatto che lei fosse fuori e ti ho fatto mangiare piccante.
Quel gusto di tutta la mia infanzia e della tua.

Poi abbiamo parlato, siamo stati insieme per ore.

Il gusto e il cuore son vicini a mio avviso.

La pancia

non a caso l'oriente lo chiama il plesso solare.
è proprio lì che le sentiamo le cose, nella pancia

c'era un uomo fuori dalla tabaccheria
ubriaco d'accordo, ma avrà avuto le sue buone ragione
diceva che era un architetto

ma di pancia gli ho creduto

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...