domenica 29 maggio 2011

Eppure qualche volta è il prendere posizione che ci rende delle brave persone.

mercoledì 25 maggio 2011

il sole

C'è un momento in cui pensi che sarebbero bello arrendersi, lasciarsi andare, non fare più niente, non combattere. Stare lì. Magari guardando in faccia il sole ed accecarsi da non veder più né brutture.
Io che ho sempre viaggiato leggera, mi ritrovo uno zaino che giorno dopo giorno si riempie, mattone dopo mattone diviene sempre più pesante.
Ed è in quel momento che ti senti come una tartaruga in bilico, tra poco cadrai all'indietro e forse davvero potrai accecarti di sole

giovedì 19 maggio 2011

mercoledì 18 maggio 2011

Presa di coscienza.

Non mi tocca più. I problemi son altri. Mi capita di ritrovare la mia 'vecchia' amica solo per le preoccupazioni e il mio volerle controllare

martedì 17 maggio 2011

Ed infine ho avuto amore.
Amore vero.
Che niente e nussuno potrà mai intaccare, che vive di sicurezza, che non ha niente di cui temere.
Che vive di sé perché di niente altro ha bisogno.

Il male

Ho avuto il male. Il male vero. Quello che mica lo puoi liquidare così. Quello del dolore profondo, quello che ti sembra di cadere nel nero più profondo in cui non c'è luce né scampo.
In cui se cadi in ginocchio è perché è la morte e la malattia che ha vinto.
E da quel pavimento o ti rialzi da sola o caschi giù per terra, come il mondo.
Ho avuto uno stalker, oramai è uso comune averne almeno uno nella vita a quando sembra.
Sembra che non si abbia più diritto di lasciare un uomo senza che questo provochi conseguenze.
Le calunnie, le diffamazioni, i dispetti, l'intrusione.
E cambia numero di telefono e guardati dietro.
La rabbia fluisce copiosa, perché il tuo mondo è fatto di libertà e non puoi fare niente per difenderti se non rimanere indifferente e abbandonare le tue abitutini.
La cosa più strana che mi son sentita dire: Posso far qualcosa per te?

giovedì 12 maggio 2011

C'è l'ignoranza. L'ignoranza è serpeggiante. Non si vuole scavare, comporta tempo e impegno, e non si ha voglia. Allora è meglio credere a Trota, Ce l'ho duro, Il re, la corte e tutti i suoi giullari. La cosa che mi indigna è che troppo pochi ancora si indignano

lunedì 9 maggio 2011

I giorni dell'attesa

Sembriamo tre automi.
Io cerco di mettermi al centro, ho il potere dell'amore, quello che per me si fa tutto.
Ma resta la confusione, la paura, la stanchezza.
Siamo stanchi. E più facciamo finta di niente e più stiamo male.

Di questi giorni

Ho visto un uomo portato via perché dissentiva.
Ho visto gente invece pagata per urlare Evviva.
(Processi Berlusconi)

venerdì 6 maggio 2011

I giorni dell'attesa

Ritornano i giorni dell'attesa. I giorni in cui ti pesa non avere qualcuno a cui appoggiarti.
In cui non puoi essere figlia ma indossi ancora una volta i panni logori del soldato sull'attenti.
E non importa se il tuo stomaco oramai è un pugno stretto che fa male, non importa se ogni singola parte di te stessa chiede pietà, se il corpo si ribella a ciò che la mente deve fare.
Per ora devi fingere. Fingere che sei figlia e prendi le veci del capofamiglia, in cui consoli e con pazienza dai speranza anche se tu per prima sei presa dal panico.

E' in questi momenti che avresti voluto un fratello o un uomo.
Perché era tuo padre che prendeva in mano la situazione, che proteggeva, che riportava quel senso di serenità e di protezione con una mano enorme che stringeva la tua. Che era come un pilastro a cui aggrapparti e rimaneva immobile anche se intorno c'era la tempesta.
Ma non c'è nessuno.
Prendo i colori e mi pitturo la faccia.
Che almeno fuori si veda che son in guerra, che sono disposta anche a frantumarmi.
Senza nessuna carità verso me stessa.
Ho letto che il blog non deve essere un diario personale.
Ho letto ultimamente un sacco di cavolate su regole e affini.
Posso rimanere basita per il modo in cui alcuni usano i vari strumenti di internet, ma credo fortemente che ognuno debba e possa fare quel che vuole del suo spazio.
E questo è il mio spazio.
Lo spazio, sì oramai molto cencusato ed ermetico che non ricorda nemmeno lontanamente Il cuore in equilibrio, ma rimane mio.

martedì 3 maggio 2011

la morte di osama bin laden

A dirla tutta ieri mattina la cosa mi ha lasciato indifferente.
Non capisco le implicazioni ancora, a parte la vendetta.
La cosa che mi ha lasciata più perplessa e quanta brava gente che assale il prossimo come niente punta il dito contro chi ha manifestato negli stati uniti, chi ha gioito, chi ha festeggiato per strada.
Si dimentica quanto fu doloroso, quanto fu scioccante, quanto terrore ci fu  nel 2001.
Io ero in Italia e ne rimasi sconvolta, non posso nemmeno immaginare cosa fu per loro.
A parte il dolore per amici, parenti, cari. Nel vedere le persone buttarsi giù, nel sentirsi indifesi nella propria città.
Certo un assassino è uguale e preciso a persone che vanno a lavorare. Vuoi mettere? Ci furono festeggiamenti per più di 3000 persone morte, civili.
Ma loro non possono festeggiare e gioire per un assassino.
Come siamo bravi a giudicare. Come giudichiamo tutto e tutti.
Anche per gheddafi si è passato dal "dobbiamo fare qualcosa" al "l'italia ripudia la guerra". E allora decidetevi.
Sì, assomigliate a quei salotti in cui si parla di tutto e del niente, solo per passare tempo.
E siete gli stessi che mettono alla gogna una persona perché ha sbagliato a scrivere un verbo.
Che scrivono "devi morire male".
Hanno ancora peso le parole o è solo e sempre un passatempo?

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...