lunedì 13 giugno 2011

il disfattismo e il qualunquismo hanno perso

Io non facevo la fila da anni per andare a votare. Ieri son rimasta sbalordita dalla gente, persino un vecchino che non ricordava più le schede e le cabine ha chiesto lumi.
No, ecco, il mio è un paesino di vecchietti. Il parco davanti a casa mia, un tempo pieno di "noi" oggi è vuoto, giusto qualche nonno con i nipoti, qualche cane, una decina di giovani ma in confronto a quanti eravamo noi son davvero pochi.
Non pensavo, che, con la malainformazione, senza internet, senza giornali, senza una buon passaparola questo paesino si sarebbe svegliato.
No, io non ci credevo più.
Non ci credevo che la gente davvero cominciasse a svegliarsi dal lungo letargo. Per me era marginale i Sì e i No (dei risultati di Milano non sono pienamente d'accordo) ma li accetto.
Astenersi è perdere.
Perdere il diritto a dire la tua, perché non parlare è non avere un'opinione.
Con il referendum è stato provato che forse non ci importa che cosa ci sta propinando il premier (che poi si è dato lui la denominazione) e la corte, che forse non ci si crede più, che le sue barzellette non fanno più ridere, che a noi se bossi ce lo ha duro non ci importa perché abbiamo problemi seri e veri da affrontare.
Forse sono i giovani senza più scuola, futuro o ricerca che hanno fatto la differenza tra queste e le elezioni scorse.
Forse fahrenheit non ha più presa, i reality vanno giù a picco, le tette cominciano ad annoiare e siamo affamati di contenuti.
Forse siamo solo affamati.
Credo che quando si comincia ad avere fame e quando si è arrabbiati per questo, le corse, forse e dico forse, cambiano.
Non so se è cambiato il vento, di leader non ne vedo, ma è tristemente vero che oramai inneggiamo a persone di buon senso senza veder più l'appartenenza politica.
Diffido ancora ma un'altra piccola speranza ce l'ho.
Che venga il giorno in cui ci sarà il Basta.

E che sia, basta bugie, basta telefonate alle trasmissioni, basta baciamano, basta festini, basta prese per il culo da tutto il mondo, basta la vergogna nell'accogliere un noto dittatore, basta parrucchini e basta leccaculi vergognosamente pagati, basta "è colpa tua", basta stronzate.

Vi ha fottuto. Degno successore di Craxi è ora di metterlo alla porta.

Non avete votato? No, non avete detto no. Siete stati in un angolo ad assistere e quindi ora continuate a tacere. L'astenenersi non è un voto.
Vi hanno mentito e ora ogni volta che parlerete dei 4 quesiti qualcuno vi dirà, taci non hai diritto.

domenica 5 giugno 2011

Confusione

Di tutto quello che sto passando credo che la cosa che mi sorprenda ancora e sempre è la forza. Dal fare l'infermiera ad altre cose.
Può distruggermi il cuore ma se devo far una cosa, la faccio.
A volte ti senti così piccola. Ti senti così sola. Fisicamente sola. Perché vorresti una sacrosanta mano.
Ma le cose vanno così e anche se borbotto un pochino, poi vado avanti lo stesso.
Altro giro, altro setaccio.
Altre cose che ho capito. Sulle cose che voglio ma soprattutto su quelle che non voglio.
Che poi ci sono quei messaggi che sembrano nulla ma che mi danno forza, quelle mail, quelli che mi fanno sapere che mi pensano.

Di tutto quello che ho passato non basta mai dire che ci vogliamo bene.

venerdì 3 giugno 2011

Chi è amico di tutti non è amico di nessuno

Preferisco chi si prende la responsabilità anche di risultare antipatico, preferisco chi discute, chi dice la sua con coraggio, preferisco chi mi manda al diavolo, preferisco chi non tiene rancore, preferisco chi non ha paura.

mercoledì 1 giugno 2011

Il titolo del blog è esplicativo

Disillusa ma non troppo. Un po' ci spero ancora.
Sempre.
Spero in sorprese, in cose belle, nel giusto.
Lunedì questo per me si è avverato.
Buon senso e onestà.
E milano si è rimpita per festeggiare e stavolta non erano i mondiali.

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i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...