mercoledì 25 marzo 2009

Il punto morto

Lo si potrebbe chiamare ancora una volta punto e a capo, ma con l'andare del tempo però ci si accorge che i veri a capo sono stati davvero pochi, se non quasi unici.

Un punto in cui ti sei già resa conto di non volere nel tuo intimo quel che ti intima la società e la familiarità, ma che in qualche modo ti influenza ancora.
A capirlo ci hai messo molto tempo e il dubbio che ti tormenta è che magari gli altri non sbagliano, se tu brancoli ancora nel buio. Nella pancia senti che hanno torto ma la confusione persiste.

Il destino ha giocato le sue carte e tu hai scartato le migliori.
Ricominciare la partita con carte scadenti non è facile.

La zona cieca, la corda del funambolo, il punto che è sempre di non ritorno perchè non si torna mai ma non è nemmeno il punto in cui si va.

Un punto morto. In coma. Sotto tenda ad ossigeno.

venerdì 13 marzo 2009

La morte in diretta

Mi ricordo quando ci fu Galileo e Giovanna D’Arco
ero presente in piazza,
provavo immenso piacere
mi sentivo bene a vedere come si muore


Pausa pranzo. Usciamo.
Subito fuori dal portone: gente, polizia, ambulanza.
"E' successo qualcosa! C'è il morto"
"Andiamo a vedere"

Io non mi sono mossa.
Qualcosa di inquietante che mi invade sempre quando vedo le persone che diventano il branco.
Ho troppo rispetto della morte perchè io possa andarla a vedere come fosse uno spettacolo o forse non ne ho per niente.
Ho detto: "C'è la polizia, ambulanza. Non possiamo fare niente. Perchè andare?"
"Per GUARDARE!"

Perchè mai guardare?
Un cadavere di un ragazzo nel naviglio.

Io immobile, che oramai è il mio status da un po', allibita a guardare chi andava a guardare

martedì 10 marzo 2009

Le solite maschere

Io sono un personaggio.
Eh no, non intendo sul web. Quello sarebbe facile anche se non ne ho mai visto il fine né il beneficio.
Il personaggio pubblico, quello del sociale, di come mi rapporto a quelli che conosco così così ma alla fine anche a molti altri, quello della professionalità.
Poi c'è la persona.
Quella intima, mia e di pochissimi altri.

Mi chiedo, dove sta il reale? cos'è vero e cosa no?

domenica 8 marzo 2009

E ancora una volta

La festa della donna.

50 anni di risveglio.
50 anni di faticosi passi avanti.

E ancora siamo succubi di modelli di bellezza da riviste da quattro soldi, siamo succubi del dover fare Tutto, lavoratrici, madri, mogli, amanti, succubi dell'età e dei luoghi comuni, delle botte che in ogni angolo del mondo vengono inferte dei nostri compagni che dovrebbero amarci, di sesso che si trasforma in violenza solo a dimostrare che un fallo può ancora sottometterci.
Di stipendi ancora più bassi di quelli degli uomini, di patate che vengono comprate Solo dalle donne, di pentole e di ferri da stiro, tette rifatte e labbra come canotti.
Lavaggi del cervello che si insinuano fin dalla tenera età.

Chissà se è stato per le idee che la Clinton ha perso o se semplicemente è più facile che un nero entri alla casa bianca che una donna?

Raggiungeremo il traquardo quando non ci saranno più feste per le donne.
Perchè non è merito né deficit essere femmina, ma solo la casualità di un matrimonio di cromosomi.

martedì 3 marzo 2009

E resto qui, ferma immobile, ad aspettare.
Aspettare però non porta nulla.
Tempo fa, molti milleni fa a dire il vero, facevo progetti che poi il destino puntualmente buttava per aria senza farmi arrivare nemmeno all'inizio.
Smisi di pensare al futuro.
Ma senza progetti, cosa rimane di noi?

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...