mercoledì 25 marzo 2009

Il punto morto

Lo si potrebbe chiamare ancora una volta punto e a capo, ma con l'andare del tempo però ci si accorge che i veri a capo sono stati davvero pochi, se non quasi unici.

Un punto in cui ti sei già resa conto di non volere nel tuo intimo quel che ti intima la società e la familiarità, ma che in qualche modo ti influenza ancora.
A capirlo ci hai messo molto tempo e il dubbio che ti tormenta è che magari gli altri non sbagliano, se tu brancoli ancora nel buio. Nella pancia senti che hanno torto ma la confusione persiste.

Il destino ha giocato le sue carte e tu hai scartato le migliori.
Ricominciare la partita con carte scadenti non è facile.

La zona cieca, la corda del funambolo, il punto che è sempre di non ritorno perchè non si torna mai ma non è nemmeno il punto in cui si va.

Un punto morto. In coma. Sotto tenda ad ossigeno.

3 commenti:

  1. "un punto morto"?
    non dirlo ai tuoi colleghi altrimenti verranno a guardarlo durante la pausa pranzo;
    a..

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  2. potrei proporre un punto croce,
    se non altro per metterci una croce sopra.

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  3. E, cara, son tornata dai lidi toschi e riapprodata a quelli foschi.
    E,caso strano, ti rileggo con parole che chiariscono quel che ho dentro.

    Un abbraccio

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