venerdì 13 marzo 2009

La morte in diretta

Mi ricordo quando ci fu Galileo e Giovanna D’Arco
ero presente in piazza,
provavo immenso piacere
mi sentivo bene a vedere come si muore


Pausa pranzo. Usciamo.
Subito fuori dal portone: gente, polizia, ambulanza.
"E' successo qualcosa! C'è il morto"
"Andiamo a vedere"

Io non mi sono mossa.
Qualcosa di inquietante che mi invade sempre quando vedo le persone che diventano il branco.
Ho troppo rispetto della morte perchè io possa andarla a vedere come fosse uno spettacolo o forse non ne ho per niente.
Ho detto: "C'è la polizia, ambulanza. Non possiamo fare niente. Perchè andare?"
"Per GUARDARE!"

Perchè mai guardare?
Un cadavere di un ragazzo nel naviglio.

Io immobile, che oramai è il mio status da un po', allibita a guardare chi andava a guardare

5 commenti:

  1. Ma pare che l'essere umano sia così. Hai voglia a sperare nell'evoluzione, nella crescita, in non si sa bene cosa. L'essere umano -in genere- è così. Poi, per fortuna, ci sono anche le eccezioni; persone che si comportano come ci si dovrebbe comportare. Ma sono pochi.

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  2. Il rispetto del prossimo oltre che della morte, certo... ma ci sono persone che son sempre alla ricerca di emozioni forti, mi verrebbe in mente di darne la colpa alla tv ma forse è qualcosa di innato;
    a..

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  3. diventa spettacolo e diventa banale, perchè se ne vede così tanta in TV, in fondo la vita è un grande reality, l'importante è l'audience...

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  4. Non so' se sia un estremo tentativo di ottimismo il mio, un'inutile giustificazione...ma aldila' della gratuita morbosita' del gesto (guardare la morte da vicino), a volte ci possa essere un'inconscia necessita' di sentirsi in qualche modo vivi....per esclusione..

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