sabato 29 maggio 2010

Squilibri emozionali

Lo so, lo so
che niente è come sembra
Lo so, lo so
che
Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe
Ma quelle risa leggere, quei pensieri amabili e così quotidianamente sereni che vengono espressi con ugual leggiadria, quei progetti e quel senso di avere le sacrosante risposte della reciprocità fa si che quel verde, che serpeggia sempre più comodamente in me anche se da me vien messo alla porta, si ripresenti alla porta come se fosse un suo dovere fare la sua apparizione. Come se io fossi il treno da prendere. Non riconosco questo intruso con cui non ho mai condiviso nulla se non in alcuni attimi di superficialità.
Sentimento verde. Di un verde vomitevolmente in rgb. Il verde dell'invidia, del voler qualcosa che altri hanno anche se nel vero, magari, non hanno.

Potete vedere pure me così leggera e leggiadra, nel quotidiano, nella maschera di difesa che mi porto appresso e che chi mi conosce riconosce (o anche no).
E' il volto pubblico di cui ho parlato a volte anche qui. Il volto dello scherno e dello scherzo.
Lo so, lo so
che non bisognerebbe. Si rischia di annientarsi e di non capire più qual è il limite tra te e il personaggio.
Ma insomma ho fatto passi avanti. Prima mi schernivo anche quando parlavo di cose intime e molto serie.

La sindrome dell'abbandono, così mi hanno detto. Ma io l'ho ribaltata. Invece di soffocare gli altri, me ne sono resa indipendente.
io non sento. Per quanto amore mi si dia o mi si faccia, io non sento.
Ci vorrebbe un Martino che mi desse una sberla di vita in faccia, ma non uno finto della mia memoria, uno vero. Uno che ha voglia talmente di dare e di vivere che ti contagia.

Alle volte, ci sono periodi, in cui il bisogno di non pensare alle gravose cose mi porta a ricercare quella leggerezza, di succhiarla quasi dagli altri. Come una droga che fa dimenticare.
E gli altri, per magia, arrivano. In quei rari momenti, quella bellezza che non vedo in me, la vendo bene e mi sembra che mi venga rispecchiata.
La mia disponibilità capricciosa, ma non è disinteresse per l'altro, ma semplicemente l'opprimente bisogno di altri e che non da spazio.

Lo so, lo so
è solo una mia sensazione. E' il mio privilegio di avere questa forma di Dovere che mi fa soccombere di pesanti responsabilità.

Allora vi guardo, voi che sembrate Sole e Terra ma con tanti satelliti intorno, vi guardo e vi osservo.
Capisco che perdo.
Ho perso il sogno, ho perso la fiducia, ho perso.
Perchè il senso della vita è solo questo.
Non ha importanza se il desiderio è un paio di scarpe o un amore o un ideale.
Se non lo hai, perdi.
Anche chi il sogno ce l'ha e non fa nulla per realizzarlo, perde.

Non contano le vicende o i fatti per cui sei arrivata a questo punto. Non sono giustificazioni, son solo debolezze di cui bisogna vergognarsi o commiserarsi.
Non c'è scusa che regge per quello che abbiamo e non apprezziamo o per quello che ci neghiamo.

E poi c'è questo sole e questa musica che risveglia i sensi e la vitalità, è che non è più inverno e non è più grigio.
Il giallo, si sa, fa male all'anima e ti acceca. Solo quando non vedi più nulla, non per buio ma per troppa luce, allora vedi davvero.

Paga di questo isolamento, pago questo isolamento.

Nessun commento:

Posta un commento

LA REGOLA PRINCIPE:
Si commenta il post, non la Blogger.

Mi piace chi si firma

i compiti

  difficile tenere il diario, difficile seguire le regole. Ogni cosa che mi fa pensare alla dieta  o a un pranzo, una cena, un pasto equilib...