mercoledì 19 maggio 2010

Il peso delle parole

Le parole sono fesserie.
Vengono via a niente. Si cambiano. Si deformano. Vengono giù come coriandoli a carnevale.
Ci riempiamo di parole.
Leggere, spaventosamente deliziose.
Pesanti, macigni ingombranti.
Parole sbagliate o giuste, scritte, parlate, urlate, sussurrate.
Giuriamo, protestiamo, promettiamo, insultiamo.
Leggiadre, la maggior parte, piroettano via... di qualunque tipo siano.

Il valore del silenzio?
Della maestosità del silenzio.
Dell'intimità del silenzio.
E l'importanza dell'ascolto?

Tutti, ascoltando, intervallano l'interlocutore per dire: si, capisco. Anche io...
e allora paghiamo qualcuno per ascoltarci, fosse anche per motivi medici o economici, finalmente qualcuno ascolta e fa domande solo su di noi.


Raramente, quasi per niente, ascoltiamo attentamente.
Perchè ascoltandoci daremo il vero Peso alle parole che pronunciamo, scriviamo, sussuriamo... rendendole credibili, leganti, assonanti

4 commenti:

  1. Io trovo che, comunque, le parole vadano usate. Forse, e qui hai ragione, non sempre alle parole seguono i fatti.
    Però è anche un problema di spazi civili (o incivili).
    Il silenzio vale molto, ma chi lo ascolta?
    Daniele (Macca)

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  2. Mi fai venire in mente il libro di Amoz oz (non dire notte) che ho letto settimana scorsa giocato proprio sul valore del compromesso e sul peso della parola. Uno dei personaggi, morto forse suicida o forse di overdose dice "le parole sono trappole". Ma se non avessimo cieca fiducia sul peso delle parole che pronunciamo, scriviamo cercando di renderle credibili, leganti ASSORDANTI non avremmo un blog no? Perchè spesso siamo i primi a non ascoltarci, a non prendereci sul serio. Vale la pena rendere dialogo un monologo e confrontarsi.

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  3. Qui si è obbligati quasi ad ascoltare anche se ognuno mette del proprio in quel che legge. Certo l'eterno silenzio sarebbe insopportabile quanto questo continuo mormoria che sento ogni giorno come tanti pulcini: io io io io

    Il valore del compromesso mi piace.

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  4. Lo trovo bellissimo anche io, anche perchè viene da uno scrittore israliano che ne conosce bene tutte le implicazioni. Sull'egocentrismo e l'egotismo hai ragione da vendere!

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