domenica 13 febbraio 2011

Se non ora quando

Non oggi. Questo è certo.
Ce l'avevo quasi fatta a gestire demofobia.
Certo tremavo come una foglia ma ero pronta... beh pronta. Ci stavo provando.

Socialmente è accettato il fatto che la troia (perché è così che la chiamano) abbia un posto in parlamento perché ha partecipato ai festini. Questo, per me, è gravissimo.  Questo è il punto cardine.


La mia fissazione per il corpo delle donne, del percepire quel pesante fardello di essere bambina o femmina ha origine molto lontane.
Io lo so che è un chiodo fisso.
So persino perché me la prendo con le femmine che stanno al gioco, perché riducono le poche ad essere mosche bianche, almeno nella realtà in cui vivo io.

Il femminismo diceva
E' mia e la gestico io.
Allora il fatto di usare il proprio corpo per ottenere qualcosa non è una liberazione, ma assomiglia molto alla prostituzione.
Qualunque cosa si voglia.

Il fatto di entrare in una stanza in cui parlano le donne, sia fisicamente che virtualmente e l'argomento del giorno son Ricette, uomini, smalti e mestruazioni mi svilisce in primis come persona e in secondo luogo perché non mi riconosco con le mie simili.

Siamo tornate negli anni 50. Un due tre. Forse ci siamo sempre rimaste. Ma almeno prima un qualche moto di ribellione c'era, ora invece è socialmente accettato anzi e il fare le oche (quando non è davvero un cervello piccolo che suggerisce) avvilisce l'intelligenze.


(Quello che poi mi ha trattenuta a casa è un altro motivo che è personale)

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