venerdì 6 febbraio 2009

Homo-logazione

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Sempre più spesso mi accorgo che non esistono più pensieri individuali.

E' uso comune non pensare ma parlare lasciando che le parole vengano guidate da luoghi comuni devastanti e nuovi introdotti dal nuovo dio onnipresente, il televisore.

Ascolto discorsi che sembrano usciti da dibattiti sui temi di attualità.
L'gnoranza imperversa sovrana.
Alcuni menomati dall'uso improprio di internet (per me grande fonte di notizie, conoscenza e confronto) senza la minima curiosità per il mondo, altri menomati perché la rete non la conoscono e sono bombardati solo da fonti giornalistiche che oramai non fanno più informazione.

Quindi Eluana diventa vittima di un padre sadico, gli extracomunitari sono carogne cattive che affrontano il mare e la morte perché sono delinquenti "perché si sa che anche se vivi in un paese in cui si soffre la fame e la guerra è sempre casa tua e non te ne vai se non sei un criminale" e si vota il politico che assomiglia di più ad uno spot pubblicitario.

Persino il divertimento diventa una macchietta.
Le battute son il verso di comici che ripetono all'infinito il tormentone in programmi come Zelig o Colorado.

Nulla nelle conversazioni con più di due interlocutori sembra autentico e a me tutto questo rattrista sempre un po'.

4 commenti:

  1. pero' le paperette sono carine.

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  2. La spettacolarizzazione e la discussione pubblica su fatti privati è diventato lo strumento per privarci anche della più elementare delle libertà. L'intimità. Anche la morte è un fatto intimo.

    Non vedo la tv e sfuggo le generalizzazioni su Eluana, lascio che siano i suoi cari a decidere. Che diritto ho io, buttiglione, il papa o l'uomo di stucco per decidere cosa fare. Rispetto chi ha formulato un giudizio entrando nel merito, entrando in contatto con le persone a cui lei è più cara. Ma gli altri che "parlano", sia chi si schiera da una parte chi dall'altra, come si possono permettere di giudicare.

    La morte è un fatto privato forse l'unico che ancora ci rimane.


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  3. ci stanno disinsegnando a pensare, il libero pensiero oggi è troppo rivoluzionario, chi pensa con la sua testa, chi sceglie con la sua testa, e non secondo quel che gli dicono gli spot, è pericoloso...

    Bradbury aveva visto giusto 50 anni fa...

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