domenica 12 gennaio 2003
Il branco
Tornando a casa.
Il solito tratto di strada. la strada deserta.
Pensavo che la serata è stata piacevole, il locale era bello. divani, libri, musica e pensavo se avevo mai detto all’informatico di successo quanto è bello il mio parco quando lo illuminano.
Una macchina si accosta. Sento delle voci.
La solita ingenua apro il finestrino.
A metà perché sono anche diffidente.
Vorranno delle informazioni penso
Le voci. Sono in quattro. Dai 25 ai 30 anni. Italiani.
Le voci:
dove vai bella? Dove abiti? Me lo succhi bella?
Accelero. accelerano.
Deficiente che non sono altro, vedo il semaforo rosso e rallento. Rallentano anche loro.
Le voci
voglio scoparti bella. vieni a vedere quanto ce l’ho grosso
Sento paura e rabbia. cerco una strada. una via di uscita. non ce n’è
Bip Bip
Un messaggio
Prendo il cellulare in mano
Le voci:
Ma a chi chiami scema?
Però accelerano e se ne vanno.
Mi sento indifesa. Mi sento violata.
E se non se ne fossero andati?
E se.
Ho avuto paura. Provo rabbia. Se avessi avuto una pistola avrei sparato solo per l’odore del pericolo che ho sentito.
Violenza.
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