domenica 20 settembre 2009

Uomini e donne

Io degli uomini non ci ho mai capito niente, poi ho capito che non c'era niente da capire.
è solo una frase scherzosa.

Penso fortemente che alcune barzellette che girano su internet siano vere. L'uomo è concreto e dice quel che pensa senza che voglia dire qualcosa di diverso, ma
mi hanno fatto tremare tutte le mie convinzioni, alcuni amici, con gli stessi dubbi, stesse incertezze, gli stessi mille ragionamenti delle donne. Pure loro ad analizzare comportamenti che non capiscono.

Io sono molto maschile in questo, se hai qualcosa da dire dimmela ben in faccia perchè se no non capisco., come molti uomini, non empatici, non intuitivi. Almeno per le cose che riguardano me stessa.
Ma pure gli uomini, non è che noi con tre parole possiamo capire tutto?
non è che se dici a+b è normale che sia c.
Voi lasciate le cose là in sospeso. Noi ve le spieghiamo fin troppo.

Sfortatevi un po' di più a comunicare.
Perchè è tutto facile se riguarda cose di sesso o la leggerezza dell'essere, molto più difficile se vi si sovviene quel moto allo stomaco che non vi aspettavate.
Allora diventate ragazzini imbranati e imbarazzati.
Ed eccoli a lasciar frasi a metà che non hanno senso compiuto.

Insomma la questione è: perchè non riusciamo a comunicare?

14 commenti:

  1. a+b fa ab, che io sappia. Monomi e polinomi però non li sopportavo. Non riusciamo a comunicare perchè ogni testa è un piccolo mondo. Alcuni si somigliano, altri meno. All'interno delle due grandi famiglie che distinguiamo come uomini e donne ci sono più similitudini e questo porta a credere che sia più semplice comunicare, rispetto alle comunicazioni con quelli delle altre famiglie. Fondamentalmente credo che ci siano due modi molto diversi di porsi, con comportamenti che vengono tramandati e diffusi e che tutto dipenda da questo. Certo i tempi saranno cambiati, la cultura, tutto quello che volete. Ma grosso modo i comportamenti rimangon quelli. Non ho risposto, vero? :)

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  2. Ma mi suggeriscono che non è nemmeno vero che a+b fa ab. Quindi la mia avversione per monomi e polinomi era giustificata. :)

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  3. io mi sforTo e mi ri-sforTo, ma a+b continua a fare a+b

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  4. Quando ho bisogno di spiegazioni le chiedo! Quanto a capire ho rinunciato da un pezzo! non capisco me stessa figuriamoci gli altri.

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  5. perché non abbiamo ricevuto un'adeguata educazione sentimentale. non sappiamo se quello che sentiamo è semplice voglia di scopare, infatuazione, innamoramento o un desiderio di donare se stessi fino al midollo.
    Non ci capiamo niente perché siamo confusi dagli stereotipi, sappiamo come dovremmo comportarci, ma non quello che si dovrebbe provare.
    Servirebbe fare esperienza, ma l'esperienza d'amare è più difficile d'acquisire che quella di far sesso.
    Servirebbe avere il coraggio di mostrarsi e di guardarsi dentro.
    Servirebbe una matematica dei sentimenti, così che in tutte le teste e in tutti i cuori a+b non dia c o ab, a seconda dello stato emotivo ma sia sempre lo stesso risultato preciso e inequivocabile.
    Servirebbero molte cose che non abbiamo o che non esistono, ma non è impossibile comunicare, basta imparare un po' della matematica dell'altro. Ascoltare come fa i suoi conti e se lui vuole fare a+b alla fine non importa se il risultato è ab o c, ma che entrambi si voglia sommare la stessa cosa.
    oppure no, e allora non ci ho capito niente.
    infatti sono single.
    :)

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  6. spesso non riusciamo a comunicare perché dentro di noi c'è una guerra;
    non sempre la nostra razionalità accetta di andare dove l'emotività vorrebbe condurla;
    questo ci porta a dire cose o compiere azioni che, senza essere in malafede, non rispecchiano i nostri reali desideri e provoca inevitabilmente dei malintesi;
    se seguissimo, invece, la sola emotività saremmo trasparenti a comprensibili al 100% ma... mostreremmo tutte le nostre debolezze;
    il problema è che , da sempre, siamo stati abituati a ritenere la debolezza qualcosa da nascondere... per questo continuiamo a nasconderla pensando, spesso a torto, che sia il male minore;

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  7. Per Grillo e flum, facciamo 1+2 è più facile? ahahaha

    mi piace quello che hai scritto elia, ma anche se i due vogliono sommare la cosa a volte non si capiscono.

    A2punti, cioè abbiamo tutti paura addosso?

    Trippi... mm... a volte a domanda segue bugia. Non è sempre detto. specie se chiedi ad una donna

    Crimilda

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  8. CI riprovo è la terza volta che qua mi si dice che non riesce a postare il commento.... (provasse a gettarlo magari) ...
    Cmq uomini e donne non comunicano perchè hanno canali e metodi per esprimere la loro emotività diversa.
    L donna parla l'uomo grugnisce perchè hanno dovuto nei millenni di evoluzione sviluppare meccanismi di comunicazione diversi.

    In un mondo che sta diventando sempre più femminile perchè gli strumenti dell'uomo sono sempre meno importanti in un mondo dove l'arte della convinvenza della comunicazione verbale diventano sempre più importanti l'uomo si sente spiazzato e non sa come agire.

    la donna vorrebbe che si parlasse di più l'uomo vorrebbe altre cose .... per cui ci si scrontra e siccome è vincente il parliamoci su l'uomo è perdente.

    Forse ha ragione quela saggio citato dalla benini in un articolo di sabato sul foglio la donna vuole un uomo che non sia mammizzato che si sperduto tra i pannolini e che lascia in giro le calze per casa.

    Perchè alla fine in questa femminilizzazione della società uomini e donne sono perduti perchè hanno smarrito ler certezze che ci hanno accompagnato per millenni.

    siamo all'inizio di una nuova era ma il nostro istinto è rimasto quello dei cacciatori delle caverne e quindi quando smettiamo di pensare e cominciamo a seguire lo stomaco siamo persi.

    Forse la soluzione non è di capire ne di porsi tante domande la soluzione è di vivere le persone e le situazioni attimo per attimo senza cercare di dimostrare un teoerema ma cercando di assaporare l'attimo come un eterno paradosso di zenone.

    Cosa che spesso mi dimentico vedi il post del mio blog che hai commentato

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  9. Cavolo per commentare qua ci vuole una lauera ... prima ho dovuto fare anteprima e poi ho potuto postare .... cavolo ... ceh fatica

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  10. Cosa che ora ti sei ricordato, mio bicefalus :) quindi falla

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  11. rileggendo i commenti ho notato che si parla tanto di equazioni e quindi vale la pena citare il bellissimo monologo di gaber:

    E quando fuori dalla tua finestra il cielo si fa più grigio...
    e quando dentro ai tuoi pensieri si insinua un senso di amarezza...
    e quando avverti una crescente mancanza di energia...
    e quando ti senti profondamente solo...
    ecco, quello è il giorno dell'appuntamento col bilancio della tua vita.
    Generalmente non è un bel giorno. E non tanto perché il cielo si fa un po' più grigio... quanto perché tu ti fai un po' più schifo.
    Dunque: il lavoro. Beh, il lavoro… non manca. Voglio dire: c'è anche chi ce l'ha. Ma, in genere, non gode.
    Impegno sociale, morale, civile… mi viene da ridere.
    La salute, finché uno ce l'ha non ci pensa. Non resta che l'amore, la sfera degli affetti, dei sentimenti, che forse dentro è la cosa che conta di più, e poi, quella almeno, ce la scegliamo da noi… un disastro!
    Ma se si fallisce sempre, ci sarà una ragione. Dov'è che si sbaglia, eh? Colpa mia... colpa tua... No, io a quelle cose lì non ci credo. L'errore dev'essere 'prima'. Non una cosa recente. Probabilmente da bambino: un errore che ha influenzato tutta la nostra vita affettiva; chi lo sa, forse il famoso Edipo, forse "mamma c'è n'è una sola". Anche troppa. Oppure nonni, zii, fratelli... insomma, figure, fotografie dell'infanzia che rimangono dentro di noi per tutta la vita.
    Sì, un errorino, certo, impercettibile, che poi col tempo si è ripetuto, moltiplicato, ingigantito, fino a diventare gravissimo, irreparabile.
    Già, ma perché l'errore si ingigantisce? Dev'essere un po' come quando a scuola facevamo le equazioni algebriche. Cioè, tu fai uno sbaglietto, una svista, un più o un meno, chi lo sa... È che poi te lo porti dietro, e nella riga sotto cominci già a vedere degli strani numeri. E dici: va be', tanto poi si semplifica. E poi numeri sempre più brutti, più grossi, sgraziati anche. Addirittura enormi, incontenibili, schifosi.

    E alla fine: x = 472.827.324 fratto, radice quadrata di 87.225.035 + c

    E ora prova un po' a semplificare!
    Non c'è niente da fare. La matematica deve avere una sua estetica: x = 2. Bello!
    La semplicità.
    Forse, per fare bene un'equazione è sufficiente avere delle buone basi. Ma per fare una storia d'amore vera e duratura è necessario essere capaci di scrostare quella vernice indelebile con cui abbiamo dipinto i nostri sentimenti.

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  12. ma nemmeno la iniziata questa santa storia!
    Crimilda

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  13. L'iniziate volevo dire.
    senza refusi cosa sarei mai? :)

    Crimilda

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  14. @ Elia: io ti amo già, sappilo.

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