venerdì 30 aprile 2010

Passaparola. Natasha Walter: Living Dolls



“La cultura fortemente sessualizzata che ci circonda è tollerata, quando non addirittura celebrata, perché
poggia sull’illusione della parità. Dato che si è diffusa l’idea che uomini e donne sono oggi ormai
perfettamente pari nella nostra società, non viene visto come un problema il fatto che le donne vengano
incessantemente incoraggiate a dare la priorità all’essere sessualmente attraenti. Si dà per scontato che si
tratti di una scelta libera da parte di donne poste, da tutti i punti di vista, in una situazione di parità rispetto
agli uomini. Ma se guardiamo più attentamente alla situazione attuale, vediamo chiaramente quanto
traballante sia in realtà questa illusione di parità. Per citare alcuni dei fatti più basilari: le donne non hanno
ancora una effettiva parità di potere politico, in quanto solo un parlamentare su 5 è donna. Non hanno
parità economica, visto che il divario salariale non solo è ampio, ma sta addirittura aumentando. Le donne
non hanno la libertà dalla violenza per la quale hanno lottato, e, con un tasso di condanne nei processi per
stupro soltanto del 6%, sanno che gli stupratori godono di fatto dell’impunità nella nostra società. [Dati
riferiti alla Gran Bretagna, NdT]
Non c’è, chiaramente, nulla di intrinsecamente degradante o spiacevole nel fatto che una donna faccia
pole-dance, strip-tease, abbia rapporti sessuali con un numero elevato di partner o sia una consumatrice di
pornografia. Si tratta di comportamenti tutti potenzialmente godibili, sexy e divertenti. Ma nel contesto
attuale, nel quale il valore delle donne è così ossessivamente e instancabilmente legato alla capacità di
essere percepite come sessualmente attraenti, vediamo che certe scelte sono celebrate, mentre altre
vengono marginalizzate, e ciò ha chiaramente un effetto notevole sul comportamento di molti uomini e
donne.
La cultura ipersessuale non soltanto ha le sue radici nel perpetuarsi dell’ineguaglianza, ma produce anche
ulteriore ineguaglianza.” (p.120)

via: http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=2413

1 commento:

  1. E' vero il problema del "sessualmente attraenti"; ritengo che l'elemento scatenante sia una forma sottile di competizione sessuale che una volta instaurata da origine ad un fenomeno a cascata e svantaggia chiunque non la adotti. Se ti dovesse capitare sotto mano il saggio "L'aggressività" di Konrad Lorentz puoi provare a dargli una occhiara, chiarisce molto bene il fenomeno. Il punto è che come nel migliore "homo homini lupus" chi non si conforma è semplicemente troppo svantaggiato. Il motivo per cui si è stabilita all'inizio una convenzione però spesso è fumoso o addirittura casuale. Mi pare credibile che nei primi anni di rivoluzione sessuale l'accesso al diritto di essere autonomamente attraenti fosse visto come una conquista, e sicuramente il controllo della propria sessualità era un elemento positivo... poi ovviamente la cosa, per motivazioni di natura biologica, è sfuggita di mano. E' stato lì dove le differenze e i richiami sessuali si sono "fissati" nel tessuto sociale e sono diventati la base per un fenomeno auto-rinforzantesi.

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