sabato 24 luglio 2010

Acqua e piano

Ho corso tanto. I primi anni son stati come lunghe nuotate con pause solo per riprendere fiato riemergendo dall'acqua.
Convinzioni ed ideali cristallini.
Sogni come mattoni, incrollabili.
Via veloce anche dopo gli stop che la vita aveva riservato.
Via veloce dopo gli ostacoli.
Via veloce perché così pensavo di essere e di dover fare, finchè non mi è mancato il fiato e nessuna boa era vicina per poter riposarea almeno un po'. Tutti gli appigli li avevo offerti agli altri.
Come in Lezioni di piano mi son lasciata andare fino al silenzio, fino al nulla.
Qualcuno piano piano mi venne a riprendere. Piano piano, se non ci fosse stata tanta acqua direi passo dopo passo. Ho imparato a nuotare più piano, così piano che alle volte rivedo il mio di piano in fondo al mare e ne ho così nostalgia da tornare a trovarlo.

Ma in tutto questo, quasi per osmosi, son diventata qualcosa di altro. Che è sì la nuotatrice che correva ed è anche quella che si arrese, ma ora c'è altro. Come quando impari qualcosa. Continui e continui ed alla fine riesci e non sai nemmeno come e perchè. Ti riesce come se tu non avessi fatto altro.

Ho scoperto cose di me in questi giorni che mai avrei potuto immaginare. Insegnamenti tramandati e vissuti che fan di me qualcosa di cui, a volte, mi compiaccio.

Perché da qualche parte finalmente sono arrivata anche se continuerò a nuotare piano, anche se continuerò ad andare a trovare il piano in fondo al mare.
Sono altrove.

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