sabato 12 settembre 2009

Mi fa male il mondo

Invece io sono indifferente al mondo gira intorno.
Deve esserci davvero un fatto straordinario per scalfirmi in qualche modo. So che la gente va e viene, muore, trasloca, si dimentica, ti delude.
C'è un mondo intorno desolante. Anche perché so far benissimo tutto da sola. Persino abbandonarmi.

A me fa male il mondo. Come Gaber. Mi fa molto male il mondo.

Ma so, che nel mondo di barilla, veline, soldi, pubblicità, cose e apparenze ci sono altri come me. Che ci annusiamo da lontano e ci riconosciamo. Siamo in tanti o in pochi? chi lo sa? tanti son così ben mascherati che ti viene difficile individuarli.

SO, dicevo, che siccome siamo diversi dalla massa non è detto che siamo in torto.
La massa è fatta di singoli. La maggior parte trova confortante stare ed essere uguali agli altri. Riunirsi in gruppetti o nel popolo bue.

Anche in internet bisogna, per forza, tenere un paio di link di gente che è esattamente opposta a noi. Per confrontare, per capire. E se vogliamo pure per sentirsi meglio a non essere come chi reputiamo stupido e rafforzare le nostre di convinzioni. La tv è una scatoletta malefica che ti ipnotizza che a confronto del Grande Fratello di Orwell non è nulla, perché scegliamo di comportarci nel modello prefabbricato per scopi puramente economici.

Con piacere, per caso, ho visto il provino di Chiara che risponde a Morgan alla domanda "Secondo te, con un fisico come il tuo, puoi diventare una pop star" Lei ci pensa, deglutisce e poi timidamente dice
"perché no?"

Già, perché no?

Io sono femmina, mi dicono. Se sono brava ho le palle. Se si parla di relazioni sentimentali dovrei essere puttana o sposa. Ah già, pure bella e magra senza tette e culo come le modelle.
Ed invece io sono quello che sono, al punto da dimenticarmi di dire che sono single presentandomi per quanto questa situazione normale e naturale per me non lo sia per gli altri.

Di etichette ne ho avute tante come tutti. Forse qualcuna ne do pure io in giro con, a mia discolpa, il dubbio che io mi stia sbagliando.

Ma cazzo no, se l'etichetta che mi hai afflitto non ti piace non è un problema mio. Mio diventa se poi mi rompi le balle e allora ti mando a cagare alla velocità istantanea massima.

6 commenti:

  1. Se l'etichetta che ti appioppano è pertinente puoi sopportarlo. La verità non fa male a chi si conosce.
    Ma se l'etichetta è pretestuosa, vile, salace, allora no, non ci sto. Divento una belva.

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  2. Congruente con la realtà di ciò che sei.

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  3. voglio un esempio che ti riguarda

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  4. Se qualcuno mi dice che sono permalosa, sorrido.
    Se mi dice che sono snob, mi incazzo.

    [Cris]

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  5. Le etichette non sono quasi mai pertinenti, in linea generale, perché rimangono appiccicate anhe quando quella parte di te che magari una volta la rendeva "valida" ad un certo punto non c'è più o semplicemente perché non siamo SOLO quello che l'etichetta dice.
    Ad esempio, avendo l'etichetta di quella "dolce, paziente e comprensiva", la volta che te le fanno giratre, ti incazzi e li mandi a fanculo con biglietto di sola andata, quelli che te l'hanno attaccata (l'etichetta e/o l'inczzatura) ci rimangono di un male! poveretti che pena... (ah!quanto sono dolce e comprensiva!)

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