lunedì 21 giugno 2010

Dan: per quelli che sanno sempre cosa dire e come vivere. Non pensano mai che ci sono infiniti modi di pensare e di agire. A loro basta sentirsi comunque nella ragione e nascondersi quando bisogna dire (o scrivere) le cose in faccia.

Ogni giorno. Ogni santo giorno ognuno crede di sapere cosa provo e come dovrei comportarmi. Ogni santo giorno io penso a come dovrebbero comportarsi o a cosa farei io al loro posto. E' umano. Ho già parlato del fatto che giudizio ed opinioni son termini che vanno a braccetto. Ma subito dopo mi torna in mente quel proverbio indiano "Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe". Ho imparato nel tempo a tenere la boccaccia chiusa.
Per umiltà.
Perchè che ne so io degli altri?
I giudizi vanno veloci come il vento nella mente. Passano che sembrano razzi.
Non credo mai a chi dice che non lo fa.
Giudichiamo abiti, opinioni, scarpe, pance, seni, piedi.
Ma la saggezza è restare zitti.
La stessa saggezza che non ci fa pigliare a pugni qualcuno quando ci provoca o ascoltiamo quando l'altro discorda dalla nostra opinione.

Mi soffermo un attimo a pensare a quando parliamo male di qualcuno, a volte è solo per difendere qualcosa a cui teniamo. Ci sfoghiamo con altri perchè non vogliano intavolare una lite che il più delle volte non è importante.
Ma non credo che Dan si riferisca a questo.

A parte quando parlare diventa un dovere*, ma non è non caso.


*Fallaci

5 commenti:

  1. La frase di Dan ha colpito anche me. Ho incontrato spesso di queste persone, convinte di avere la verità in mano. Quelle che ti opprimono con consigli che somigliano più a imposizioni e lo fanno opprimendoti con una preoccupazione di facciata. Siamo giudici e imputati mille volte al giorno, ma di questo, finchè non è offensivo o decisamente fastidioso non me ne curo.

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  2. Io mi sento di giocare in casa e ringrazio te e Trippi. La mia frase, per quanto contorta (non sono uno scrittore), credo esprima il mio disagio di fronte a certe cose. Non mi piace che si equivochi e tu non l'hai fatto, Crim. Mi sa che la tua posizione diventerà, pian piano, anche la mia. Se c'è un "peccatore", quello sono io: anch'io sbaglio, giudico, mi metto al di sopra. Quando me ne accorgo, il più delle volte, è tardi. Però, in questo mondo virtuale, si è amplificata la possibilità di fraintendimento, tanto che queste parole, rivolte a persone con cui ho discusso ieri di persona, sembra abbiano comunque dato un pò di fastidio, noia. Ora, pur potendole applicare anche in senso più ampio, era specifiche per chi ha accesso al mio profilo, ma che, anche, mi è vicino realmente. Forse mi sono spiegato male, mi accade molto spesso: non succedesse, scriverei per "La Repubblica". Al di là di questo, sono pienamente con te quando dici che bisogna anche imparare il silenzio, sopratutto quando non si sa. E' che, purtroppo, crediamo SEMPRE di sapere...

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  3. Crimilda ti invidio (in senso buono ovviamente). Io nonostante gli anni non ho ancora imparato a tenere chiusa la mia boccaccia... Sigh. Concordo con te che chi dice di non giudicare non è onesto. Ogni cosa che facciamo, che diciamo, è una scelta e quindi un giudizio...
    Un caro saluto Ossidiana

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  4. Se mi viene chiesto un'opinione, allora la dico. In caso contrario, che senso ha dover a tutti costi dire la nostra su qualcosa che non ci riguarda?

    Cri

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  5. Eppure c'è chi se la sente.
    Io non ce la farei mai: mi sembrerebbe di fare qualcosa di cattivo.
    Ma valla a capire, la gente.
    Dan (Macca)

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