lunedì 14 giugno 2010

Dio è morto

E non perché c'è la guerra, violenza e tutte le brutture degli esseri umani. Quelle si sa, si dice che siano libero arbitrio. Quale libertà abbia un bambino che subisce sevizie, non si sa... ma così sia.
Dio per me è morto quel giorno. Avevo 14 anni.
Ma non perchè lei morì, semplicemente perchè ci vidi l'ingiustizia.
Non mi consolò niente e nessuno. Trovai l'ingiustizia di questo mondo, la vidi negli occhi e seppi con assoluta certezza che se dio ci fù morì come la tartaruga di It.
Oggi ritrovo quella certezze nelle piccole cose che vorrei donare io, ma non posso.
Per le persone a cui tengo che vogliono cose semplici, come un amore, un figlio. Cose così. Senza gloria.
E se provo queste cose io, come fa un dio ad essere insensibile alle piccole cose? se a quelle grandi non può porre rimedio, che dio è?
Dio muore ogni giorno, in ogni singolo foglio di giornale, in ogni gesto quotidiano, in ogni speranza e sogno deluso. Perchè forse ne basta uno per cambiare un mondo, ma ci vogliono troppe vite per far sì che si avveri.
Dio nasce nella natura, nei fiori, nei pianeti, nell'universo. Di certo non in noi. Neppure con tutto l'amore che possiamo possiamo ricompensare e compensare agli orrori fatti. E se davvero noi siamo a sua immagine e somiglianza, allora è meglio che sia morto davvero. Non perchè non avremo scampo da lui, ma lui da noi.

A me dovrebbe dare tante di quelle spiegazioni che un intero infinito non basterebbe.

6 commenti:

  1. Io credo di avere un percorso simile al tuo, per quanto ne capisco. Agnostico non per scelta, ma per forza, perché il dolore sembra fatto per svegliarsi anche dai bei sogni. La testa mi dice però che c'é qualcosa di più, che non possiamo capire. Allora io chiamo quel qualcosa di più Dio, e non so che fa, se pensa, o che pensa, mi sembra credibile che non si interessi di noi, e forse neppure si è accorto di questo granello di polvere che alcuni chiamano "universo", ma questo punto qualsiasi cosa abbia dato il via a questo ballo (anche se il ballo fosse ingenerato e esistesse da sempre, esso pur esiste, e qualcosa lo manterrà nell'essere no? cosa da sostanza all'essere?) si può credere che non la veda come noi (se pur vede qualcosa) ma se non la vede come noi può darsi che certe cose abbiano un senso che sfugge, non lo so. Posso accettare di essere del tutto contingente, ma l'esistenza dell'universo come può esserlo? Si è sempre casuali rispetto ad un assoluto... come io sono contingente rispetto all'universo. L'universo rispetto a cosa è contingente?

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  2. Io non lo so, so che però non riesco ad accontentarmi, per lenire il non capire, di credere in un dio.
    L'esistenza dell'universo? se avessimo la risposta non ci saremmo inventati nei secoli, gli dei e le varie religioni. Forse non riusciamo ad accettare il caso come unica ragione

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  3. Guarda, di una cosa sono certo, che l'universo non è qui per caso. Il motivo è semplice: pensa a cosa è il caso. Un evento ha una serie di esiti possibili; successivamente accade; e poi ha un singolo esito. Come vedi esso esiste solo nella prospettiva di tempi successivi. Ma il tempo è una proprietà dell'universo, determinata, a quanto pare, dalla presenza della materia. Non esistendo tempo "fuori" dall'universo, non vi è neppure caso.
    Diventa molto difficile ragionare su qualcosa a cui si tolgono i concetti di tempo e spazio, dunque non è col ragionamento che ci si arriva, credo. Però non ritengo sentimentalismo o disperazione ritenere che via sia qualcosa "a monte" forio dal tempo e dallo spazio che ha dato via al tutto.

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  4. Siccome non riesco ad immaginare il nulla, perchè il nulla è qualcosa come dici tu è qualcosa su cui non si può ragionare. Però io non la sento quella fede. Non ce l'ho e vorrei averla. Tu dici "e poi ha un singolo esito" ma in realtà c'è una teoria che dice che è il Tuo singolo evente. Ogni esito si è evoluto in diversi universi paralleli.

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  5. "Non ce l'ho e vorrei averla."
    Avrei potuto scriverle io queste parole.
    Io non ho fede, per niente. Ho speranza.
    Mi resta una virtù teologale di tre. Sarebbe bello condividerla.

    (Si, conosco la teoria, è l'interpretazione a molti monti della meccanica quantistica; ma è una "interpretazione" della realtà, non una teoria, alternativa all'interpretazione di Copenhagen. La meccanica quantistica oggettivamente ci pone di fronte a dubbi esistenziali. Comunque, di fatto, l'interpretazione a molti mondi elimina del tutto il caso dagli "universi", lasciando il caso come "fenomeno della coscienza" che è sempre un dato universo e non ha acesso alla totalità degli eventi e quindi chiama l'unico evento che vede (mentre un'altra coscienza ne vede un'altro) il "caso verificato". Ma a maggior ragione scusa: se il caso non esiste dentro l'universo figurarsi "fuori". )

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  6. A me resta la rabbia. Quindi se non ho speranza, figurati fede. Figurati se posso contemplare qualcosa di Intenzionale nell'universo. Comunque siccome non ne verremo a capo mai, razionalmente, io sospendo il giudizio. Non è impossibile, è solamente altamente improbabile

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