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una piccola parte della Famigghia |
Non lo so.
A quel tempo forse no, ma nel ricordo dell'infanzia le cose si addolciscono e ogni cosa è intrisa della comicità che viene dal ricordo.
Ci ho pensato oggi, il mare. Le case in affitto in tre famiglie minimo.
Papà che mi insegnava a nuotare ed io pensavo volesse affogarmi.
Il salvagente, i braccioli e poi le pinne.
Nuoto ancora così, come se avessi le pinne ai piedi.
L’incanto del mare sott’acqua in cui c’erano ancora mille pesci diversi.
Mamma e il formaggio sul fornello. Era buono, forse perché era fatto di amore.
E i cugine, quella enorme famiglia.
Le lumache se pioveva, dividersi i soldi se mancavano, i viaggi in treno infiniti.
Il canotto e il nonno che era sopravvissuto alla guerra ma che aveva paura dell’acqua.
C’era sempre molto rumore. Un chiacchiericcio continuo.
Le balere e loro ubriachi.
Ci ho pensato tanto.
mi son detta, ora li chiamo quei cugini, quelli che io ho imboccato. Quelli dell’aeroplano per farli mangiare. Quelli dei giochi e dei dispetti.
Castelli di sabbia e pane e nutella.
Ma siamo cresciuti.
Non abbiamo più niente da dire, da condividere.
Che rimanga lì il ricordo, in quelle foto ingiallite, in quei filmati senza suono. Cristallizzati nel tempo della mia felicità.
le nostre foto (quelle mie e dei miei cugini) sono decisamente più terremotate. Mi ricordano di un tempo in cui si prendevano le stanze in affitto e non gli appartamenti, in cui saltava l'acqua (in sardegna veniva razionata e non tutti erano organizzati con i depositi d'accumulo) e mio padre insaponato inveiva contro la padrona di casa, o quando, lui e il cognato, ubriachi non si muovevano più dal gradino di fronte alla porta del residence. Ricordo i pranzi infiniti nelle pinete di fronte alla spiaggia, mio fratello che in mancanza di carta igienica si ripuliva come poteva e le prese in giro di noi sorelle e dei miei cugini. Loro, i nostri padri non ci sono più. Chi è morto e chi non lo è, ma è come se lo fosse. Le madri portano le stigmate di sofferenze che ai tempi non potevano neanche immaginare. Noi, i figli, i cugini, ci siamo ancora, il legame resiste, con gli alti e bassi dovuti alle ovvie fasi della vita. Resta comunque la nostalgia e il rimpianto per un clima familiare e una semplicità che non potremmo ricreare per i nipoti
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